domenica 28 Aprile 2024

“Raffaello tra gli sterpi – Le rovine di Roma e le origini della tutela” – Salvatore Settis e Giulia Ammannati scavano nella celebre lettera alla base dei “beni culturali”

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In un certo senso Raffaello fu il primo “professionista del settore” ad assumere quello che di fatto era una sorta di ruolo da soprintendente all’archeologia e, in genere, a quelle che si definivano “antichità”. Insomma, il grande artista urbinate si trovò nella desiderata e auspicata condizione di relazionarsi, per conto di papa Leone X, con le “rovine” di Roma, e questo approccio ruotò attorno una lettera che, nel settore della tutela del patrimonio culturale, è una sorta di pietra angolare della disciplina. Per questo letta e studiata con grande attenzione, ed ora analizzata filologicamente e paleograficamente nel libro “Raffaello tra gli sterpi – Le rovine di Roma e le origini della tutela“, a firma di Salvatore Settis e Giulia Ammannati (Skira)

 La presentazione è prevista mercoledì 7 dicembre alle ore 16 al MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli in Sala Conferenze, con la partecipazione degli autori, del direttore del MANN Paolo Giulierini, di Carlo Gasparri (Lincei), Lino Leonardi (Scuola Normale Superiore) e del giornalista Fabio Isman.

Citiamo dalla presentazione dell’editore:

“Della famosa lettera a papa Leone X non esiste “il” testo in forma compiuta, ma varie stesure successive: questo libro  ne propone una nuova edizione fondata su un attentissimo esame paleografico e filologico”.

Il punto, aggiungiamo noi, è “chi la scrisse”? Raffaello stesso, Baldassare Castiglione, tutti e due?

Continua la presentazione: “Il lettore vi troverà non solo il testo critico dei due principali manoscritti ma anche un confronto sinottico e genetico, che evidenzia la stratificazione di bozze, correzioni, versioni alternative, individuando in parallelo sia la stesura del Castiglione sia la forma testuale su cui Raffaello lavorò negli ultimi mesi di vita. Il saggio di apertura di Settis affronta questi temi alla luce di un’accurata ponderazione delle circostanze documentarie e della storia culturale e istituzionale: le rovine, le raccolte di antichità, i provvedimenti di salvaguardia (prima e dopo il 1519-20) dei Papi e del Comune. Ne riusciranno illuminati lo scenario culturale della Roma di Leone X, lo sguardo di Raffaello su Roma antica, il suo rapporto con Castiglione, l’audace progetto che prese forma negli ultimi mesi di vita dell’artista, e infine l’eredità intellettuale che questa lettera non spedita lasciò alle generazioni successive, e fino a noi”.

Nota

SULLA LETTERA, l’editore Skira aveva già pubblicato questo volumetto:

Raffaello, il primo soprintendente archeologico della storia – Recensione

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