domenica 28 Aprile 2024

Scoperto un tratto interessante della via Appia Antica in Puglia. Ma c’è altro da indagare nell’area di Rocchetta Sant’Antonio

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Scoperto un breve ma significativo tratto di via Appia antica in Puglia. La località è quella del ponte Santa Venere, a Rocchetta Sant’Antonio, provincia di Foggia, sulle rive dell’Ofanto. L’idea sviluppata dalla soprintendenza competente (BAT e Foggia), diretta da Anita Guarnieri,  e dall’università di Foggia  era quella di indagare se qui potessero esserci tracce archeologiche del tratto della via Appia che da Benevento, passando anche per la Basilicata, entrava poi in Puglia, un’area che le fonti citano come Pons Aufidi.

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La candidatura UNESCO per la via Appia Antica

Si tratta di un progetto correlato ai programmi del ministero della Cultura per la candidatura Unesco del percorso dell’Appia Antica, su cui puntano molti territori.

Le fasi principali – sotto la direzione dei professori Danilo Leone e Maria Luisa Marchi – sono state tre, quella della ricognizione sul campo, le foto aeree di Valentino Romano e Giovanni Forte, e le prospezioni geofisiche di Laura Cerri.

Con l’apertura di due saggi di scavo ecco cosa si è appurato, lo vediamo dalla cartina qui sopra.  La prima strada appariva molto vicina al fiume Ofanto, forse troppo, visto che si è rinvenuto meno marcato e con tracce di limo. Insomma, era soggetto alle esondazioni del corso d’acqua. La scelta fu quella, evidentemente necessaria, di spostare il percorso e aprire un secondo tracciato di strada, in posizione più sicura, come si può chiaramente notare dalla linea rossa più in alto. A questo si deve aggiungere, appare evidente dalle prospezioni geofisiche, un complesso edificato che probabilmente faceva parte di quelle stationes, o mutaziones, dove di si fermava per le soste e per rifocillarsi, ma che non è ancora stato indagato archeologicamente nella prima campagna di scavo.

I reperti nello scavo dell’Appia Antica, una lunga frequentazione

I tratti scavati, due di circa sei metri di lunghezza, a meno di un metro dalla superficie coltivata, mostrano una strada glareata, quindi terra battuta, argilla e scaglie di calcare, e non i famosi basoli, sull’esempio di altre strade o della stessa via Appia antica a Roma. Perché non tutto lungo il percorso aveva l’aspetto della strada da manuale di storia romana, e in effetti nelle aree più rurali e comunque lontane dalla frequentazione dei centri urbani,  era, appunto, spesso “in glareata”.

Molti i reperti trovati, che vanno dal III secolo a.C. alla tarda antichità, segno di lunga vita della strada e, soprattutto dell’esistenza di strutture, testimoniate da ceramiche di importazione, numerosissime lucerne (segno di solito di aree molto frequentate se non abitative) e molte monete, in particolare di Claudio, Tiberio e Tito. La scoperta del tratto dell’Appia antica in Puglia si inserisce quindi in un’importante studio dell’archeologia dei paesaggi, basato sulle fionti e sul lavoro sul campo, ma che potrebbe ottenere altri dati interessanti con nuove possibili campagne di indagine e qualche saggio di scavo ulteriore. Qui una playlist completa su altri lavori correlati all’Appia antica

ALTRI SCAVI SULLA VIA APPIA ANTICA:

 

Lo scavo alle origini della via Appia antica, archeologia aperta a tutti i cittadini alle Terme di Caracalla

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