domenica 28 Aprile 2024

L’ Archeologia camminata. Molto di più di una passeggiata culturale

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Con la relativamente recente riscoperta delle attività all’area aperta e nell’immersione nella natura, si sono anche affermati alcuni percorsi che mirano a creare una connessione tra passato archeologico e passato naturalistico.

Si tratta di un’attitudine, sviluppata in differenti modi e con differenti intensità, che coinvolge tutto il nostro Paese, e che rappresenta una grandissima opportunità di diffusione della conoscenza archeologica.

Opportunità che, probabilmente, richiede però una maggiore integrazione istituzionale per poter essere colta nella sua pienezza.

Una sintesi può essere utile: la nostra penisola è letteralmente attraversata da tracce del nostro passato che, dall’alto, ricordano agli abitanti dei più recenti centri urbani parte della propria storia.

Tali tracce sono spesso oggetto di valorizzazione attraverso la realizzazione, da parte di enti del terzo settore, imprese o istituzioni.

I progetti di valorizzazione più frequentemente condotti prevedono la creazione di itinerari che, durante i periodi in cui il clima è più mite, vengono proposti come offerta esperienziale ibrida (naturalistica – storico-archeologica).

Durante il periodo invernale, invece, tali tracce restano lontane, in attesa che il bel tempo stimoli di nuovo all’escursionismo. Escursionismo che tradizionalmente si inaugura con la “scampagnata di Pasquetta”.

Proprio il periodo invernale, però, potrebbe essere il momento più interessante per approfondire gli aspetti più prettamente “storici, e archeologici” di tali mete.

Durante i nostri mesi freddi, ad esempio, le scuole potrebbero dedicare degli approfondimenti legati alla storia locale, identificando anche solo una o due lezioni da poter dedicare al patrimonio. Sempre durante i mesi freddi, l’Amministrazione potrebbe diffondere delle campagne di comunicazione volte ad accrescere il livello di conoscenza della cittadinanza legato ai luoghi che rientrano all’interno dei confini territoriali comunali, o di luoghi immediatamente vicini.

Ancora, durante i mesi invernali, e non solo in occasione delle festività natalizie, si potrebbe favorire un approfondimento legato ai temi che maggiormente influenzavano la quotidianità di chi abitava quelle strutture: come gestivano i mesi freddi, come si regolava il commercio, la produzione, in che modo si proteggevano da eventuali attacchi, quali animali maggiormente temevano, come trascorrevano il tempo libero.

Per chi è appassionato di archeologia, o per coloro che sono profondamente interessati al proprio territorio, questi argomenti potranno sembrare anche velleitari. Ma è questo il confine che spesso divide l’archeologia dalla cittadinanza e, in generale, gli appassionati di un argomento da coloro che quell’argomento ignorano: sono differenti i temi che creano interessi.

Chi è appassionato di musica classica avrà sicuramente dedicato ascolti a Stockhausen, così come gli appassionati d’arte contemporanea hanno guardato con grande interesse le opere di Nam June Paik, o chi è appassionato di cucina avrà sognato di assaggiare la cucina molecolare.

Così come chi ama il reggaeton difficilmente si avvicinerà alla musica cosiddetta “colta” ascoltando il quartetto per archi ed elicotteri, allo stesso modo, difficilmente si potrà coinvolgere i non appassionati di archeologia mostrando loro soltanto ruderi durante una passeggiata.

Sicuramente saranno momenti piacevoli, ma il rischio è che l’aspetto naturalistico sia la determinante unica dell’esperienza.

E questo anche quando chi partecipa agli eventi archeologici viene accompagnato da guide bravissime, in grado di stimolare la curiosità dei partecipanti.

Questo elemento è spesso sottovalutato: le persone, infatti, tendono a ricordare meglio ciò che apprendono quando le informazioni che vengono loro rivolte si “annidano” all’interno di un bagaglio conoscitivo pregresso. Ed ugualmente ricordano meglio se alcune informazioni sono ridondanti e reiterate.

Detto in altri termini: se non so nulla degli etruschi, e faccio una passeggiata panoramica nella natura che prevede anche delle soste di tipo archeologico, porterò con me il ricordo di una piacevole passeggiata, e alcune informazioni che mi hanno colpito. Informazioni che, se non verranno alimentate, tenderanno ad essere dimenticate o, più semplicemente, ad essere associate a quella specifica esperienza.

Se invece il posto che vado a visitare è un luogo che, in qualche modo, conosco, o di cui ho informazioni, sarà più semplice per me ricordarne le funzioni, e associare alla mia conoscenza pregressa altre informazioni che mi consentiranno di arricchirla. Ancor meglio se tali informazioni verranno stimolate in futuro.

L’aspetto naturalistico ed esperienziale, in questo senso, non può essere l’unico momento di conoscenza empirica del territorio, né tantomeno possono esserlo le rievocazioni storiche. Si tratta di momenti essenziali, che però devono essere preceduti e seguiti da altri momenti che alimentano il rapporto tra le persone e la storia dei luoghi che abitano.

Per dirla in modo sportivo: la passeggiata archeologica è l’equivalente di una “partita” o di una “gara”. È tanto importante quanto più importante è stato l’allenamento.

Forse chi ha visitato un museo “tecnico” può comprendere appieno questo aspetto: attendersi che le persone di un territorio siano in grado di costruire una relazione efficace con la storia del proprio territorio partecipando semplicemente ad una passeggiata archeologica, equivale ad attendersi che chi ha visitato un museo sportivo ricordi la formazione di una squadra di calcio dell’83, o chi ha visitato un museo dell’auto si ricordi, o anche soltanto una vaga idea, di quali siano le componenti necessarie per costruire un’ auto da corsa.

L’obiettivo utile all’archeologia è dunque appassionare, stimolare alla partecipazione, ma anche creare le condizioni affinché tale partecipazione possa ancorarsi ad una serie di stimoli e di conoscenze pregresse e successive, così da creare conoscenza. E creare quindi quell’identità territoriale tra i cittadini.

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