lunedì 29 Aprile 2024

Scoperte archeologiche tra il paesaggio degli Etruschi, il progetto TAP a Tuscania: meno misteri e più scienza

In Evidenza

Gli Etruschi di Tuscania hanno ancora molto da raccontare. Stanno a dimostrarlo le scoperte archeologiche provenienti dagli ultimi scavi della Necropoli di Sasso Pinzuto, in concessione al CAMNES di Firenze che si avvale della collaborazione scientifica dell’Università di Napoli Federico II. I dati utili arrivano numerosi, nonostante i tombaroli saccheggiatori abbiano visitato più volte, e con costante metodo, criminale questa grande città dei morti, composta da tumuli, tombe a camera e a fossa.

GUARDA IL VIDEO DEGLI SCAVI A TUSCANIA:

Gli archeologi e gli studenti, diretti dal professor Alessandro Naso, nella campagna 2023 si sono concentrati attorno al Tumulo B, uno di quelli scavati in un non solidissimo banco tufaceo che dava direttamente sulla quella importante strada etrusca che poi sarebbe stata inglobata dai Romani nella via Clodia. L’atrio e le due stanze funerarie erano già state violate, ma quanto rimasto è comunque in grado di fornire elementi preziosi, sia sulla struttura architettonica sia grazie ai reperti raccolti e scampati al saccheggio. Particolarmente interessante è quanto i ricercatori hanno potuto recuperare a proposito di decorazioni architettoniche in terracotta, probabilmente appartenenti a piccoli edifici di culto, comunemente denominati “sacelli”, che dovevano essere presenti nell’area. Un filone di studio molto promettente e reperti di grande impatto visivo, che verranno presentati dopo i primi restauri e gli studi preliminari. Si tratta di lastre che a Tuscania erano già conosciute nelle necropoli etrusche di Ara del Tufo, Polledrara e Pian di Mola. Terracotte, quindi, che spostano lo sguardo su cosa ci fosse al di là delle tombe.

I tumuli di Sasso Pinzuto, Tuscania, in corso di scavo (foto ArchaeoReporter)

È però l’insieme del progetto a rappresentare una grande occasione di conoscenza, in una zona dove la vegetazione, i lavori agricoli e l’allevamento sono stati molto intensi per millenni, e tuttora sono essi stessi paesaggio “vivo”. Un paesaggio dove un’archeologia aperta alla conoscenza e un’agricoltura attenta alla sostenibilità meritano di essere alleati. Un aspetto che può essere sintetizzato nella entusiasta volontà del proprietario del fondo su cui insiste la necropoli, Lorenzo Caponetti (Casa Caponetti). È ben contento di promuovere gli scavi, pur mantenendo un occhio di riguardo agli ulivi ormai storicizzati, che lottano con i tumuli e con il tufo, cercando spazio per le proprie radici. E mentre nel fondo cavalli e maiali girano con ampia libertà, guarda con grande interesse i progressi del progetto TAP, acronimo di Tuscania Archaeological Project, promosso dal centro studi CAMNES (LINK).

Il progetto, appunto, si focalizza da un lato sulla frequentazione in epoca etrusca, soprattutto nel periodo orientalizzante e arcaico (VII-VI sec. a.C.), attenti alle grandi tombe a tumulo e a camera, ma anche alle sepolture cosiddette minori, che magari, come è capitato per la tomba di un infante, erano sfuggite ai tombaroli. Sono quelle sepolture che possono suggerire aspetti della struttura sociale dell’abitato di Tuscania.

Dal colle di San Pietro, sede della città antica, a Sasso Pinzuto la distanza è ragguardevole. Per questo si lavora sull’ipotesi di insediamenti intermedi, “fattorie” o piccoli agglomerati, che avrebbero potuto punteggiare il paesaggio agricolo di questa comunità etrusca.

In questo ambito – ci spiega il condirettore di Camnes Stefano Valentini – un progetto più ampio, Sustainable Archaeology for Agricultural Landscapes (SAfAL Project), con l’Università Cattolica di Milano come capofila, mira proprio a comprendere come un paesaggio agricolo possa esprimere il suo potenziale in un contesto archeologico, con reciproci benefici per le esigenze della produzione, della fruizione e di quell’identità culturale, non retorica. Stiamo parlando della chiave di volta del senso di appartenenza a un territorio: studio, conoscenza, valorizzazione e produzione agricola, artigianale o artistica si compenetrano, non si ostacolano ma vivono assieme con reciproco beneficio.

FORSE PUÒ INTERESSARE ANCHE:

L’avamposto degli Etruschi a nord del Po, scavi archeologici 2021 al Forcello – Con VIDEO-REPORTAGE

 

Altri articoli

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

News