lunedì 29 Aprile 2024

La cultura inaccessibile: non c’è bisogno di semplificazione “senza sforzo” ma di potenzialità di accesso

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Cosa si intende, quando si dichiara che è necessario che la cultura sia accessibile? Cercando la definizione di accessibilità su Internet, ci si imbatte prevalentemente in riflessioni che riguardano la disciplina informatica, come la definizione fornita dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID) che dichiara che “per accessibilità si intende la capacità dei sistemi informatici di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistite o configurazioni particolari”.

Cercando invece il suo contrario, e quindi “inaccessibile”, emerge che tale termine qualifica una “cosa a cui non si può salire, né accostare, né arrivare: anche in senso metafisico”.

Per quanto nessuna delle due definizioni risponda pienamente a ciò che negli ultimi anni si intende per “accessibilità” in ambito culturale, entrambe forniscono tuttavia degli spunti che meritano attenzione.

Il primo di tutti è che con “accessibilità”, qualunque sia il contesto di riferimento, si intende una specifica caratteristica e vale a dire la possibilità di “accedere” e non la sua “facilità di accesso”.

È un elemento molto importante che invece tende ad essere dimenticato dalle conversazioni sull’accessibilità, soprattutto in ambito culturale. Un contenuto accessibile non è necessariamente un contenuto semplice o semplificato. È un contenuto strutturato in modo da poter essere fruito e “potenzialmente” goduto da tutti.

Forse un esempio meno aulico può aiutare. Nel linguaggio comune, il termine accessibile è più frequentemente utilizzato in rapporto al prezzo di un determinato prodotto o servizio. Quando si afferma che un negozio pratica prezzi accessibili si intende indicare un negozio in cui i prodotti in vendita non sono eccessivamente cari.

Si tratta di sfumature che però fanno la differenza: un prodotto a prezzi accessibili non è un prodotto che “tutti si possono permettere senza sforzo”. È piuttosto un prodotto che la maggior parte delle persone, magari mettendo dei soldini da parte, possono permettersi di acquistare.  In questo senso, accessibile è differente sia da “economico” che da “calmierato”.

Questa piccola sfumatura lessicale può essere di grande aiuto quando si parla di accessibilità della cultura: la cultura accessibile deve essere una cultura cui le persone possono accedere, non una cultura cui tutti possono accedere senza sforzo. Questa distinzione non riguarda soltanto “il prezzo dei biglietti”. Anzi. Questa riflessione verte su tematiche ben diverse.

Riguarda, infatti, il rapporto che si sta cercando di instaurare tra “cultura” e “società”: dopo decenni di cultura elitaria (per sua vocazione inaccessibile), oggi, finalmente, e grazie anche al grande ruolo del soggetto privato all’interno del mondo culturale, si sta cercando di definire dei luoghi della cultura che siano sempre più accessibili da chiunque: sia sotto il profilo fisico che cognitivo.

Si tratta, chiaramente, di un elemento fondamentale. E lo è soprattutto quando il concetto di accessibilità viene declinato nei riguardi di persone con disabilità, patologie o disturbi, siano essi motori, sensoriali o psichico-cognitivi.

Escludendo i casi di difficoltà personali, però, la visione di cultura accessibile rischia di essere male interpretata, con la proposta di un’offerta culturale semplificata, che equivale ad una cultura che non è soltanto “accessibile” ma anche “economica” sotto il profilo cognitivo.

E questa visione di cultura ad attenzione calmierata non rispecchia in alcun modo il concetto di cultura accessibile, perché svilisce il processo di apprendimento-ragionamento-riflessione che la cultura dovrebbe stimolare nei singoli individui.

Estendendo la riflessione ad elementi di natura più strutturale, si può affermare che, nella pratica quotidiana, esistono dei luoghi della cultura, soprattutto in ambito archeologico, che possono essere definiti come inaccessibili.

Il talento di Mr.Harris. Mezzo secolo di Matrix, 1973-2023 – L’era dello scavo stratigrafico

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