domenica 28 Aprile 2024

Oltre l’emergenza-pandemia, il caso di studio di comunicazione didattica in un museo archeologico della Basilicata: l’associazione Archeoworking

In Evidenza

A distanza di tre anni dalla pandemia si può iniziare a trarre un bilancio della “disperata” necessità di comunicazione dei musei, in particolare di quelli archeologici, come per questo caso di sudio che riguarda l’associazione Archeoworking, che ci ha inviato un articolo che pubblichiamo volentieri qui sotto, quasi integralmente. Siamo aperti con piacere ad altri vostri contributi (A.C.)*

L’associazione Archeoworking, fonda la propria attività sulla valorizzazione del patrimonio storico archeologico promuovendo l’ideazione di progetti didattici per le scuole di ogni ordine e grado.
Il team è composto da archeologhe specializzate nell’elaborare itinerari didattici complementari alle attività curricolari, finalizzati ad una corretta fruizione delle civiltà antiche e alla riproduzione delle tecnologie del passato.
I percorsi, modulati secondo le attuali metodologie didattiche, aderiscono ad una rigorosa
informazione scientifica e intendono educare al rispetto delle testimonianze materiali per favorire la conoscenza e la fruizione del patrimonio archeologico come parte integrante del percorso culturale e della formazione dell’individuo.
Secondo quella che è la strategia operativa ‘Archeoworking’, si privilegiano il contatto diretto con le testimonianze archeologiche e le attività laboratoriali.
Nella mediazione culturale attuata, innumerevoli sono state le esperienze di educazione museale rivolte alla comunità cittadina che ha vissuto il Museo come spazio di condivisione culturale, ma anche tese all’inclusione sociale, all’accessibilità sensoriale dei diversamente abili, alla fruizione ricreativa da parte della terza età.

GLI INTERVENTI DIDATTICI DI ARCHEOWORKING IN PANDEMIA

L’emergenza sanitaria conseguente la Pandemia da Covid-19 ha determinato a Marzo 2020 anche la chiusura degli Istituti culturali.
L’inaccessibilità fisica ai Musei, alle Biblioteche, agli Archivi ha comportato la necessità di offrire un tramite digitale ai contenuti degli stessi. Sono stati elaborati così innumerevoli percorsi di visita fruiti attraverso il web, i social media hanno garantito l’accesso illimitato e la libertà di scegliere percorsi educativamente significativi e coinvolgenti per gli utenti digitalmente esperti, giovani, ma anche adulti poco inclini alle visite (Azzara et al. 2020).
Il digitale ha rappresentato dunque una nuova modalità di fruizione del patrimonio culturale, libera, accessibile, gratuita, attraverso la mediazione delle tecnologie digitali, definendo un nuovo rapporto tra pubblico e museo (Colombo 2022).
Interessante anche, la ricaduta dal punto di vista didattico e formativo della cultura della
partecipazione peculiare del web che produce una dimensione informale dell’apprendimento, coinvolgente i processi di life-long learning (Manca, Ranieri 2013).
Inoltre, l’attività creativa e partecipativa che si esplica sui social network generalisti, per la
componente relazionale caratterizzante le piattaforme, è fondamentale nella formazione di un’identità condivisa e nella creazione di valore culturale sul web (Bonacini 2012).
Anche Archeoworking, pur nella consapevolezza che la didattica dell’archeologia genera conoscenza attraverso il contatto mediato con i reperti, è ricorsa al digitale per mantenere attivo un canale di comunicazione tra il Museo e il Pubblico, veicolando sulla pagina Facebook materiali didattici adattati ad un contesto culturale e di apprendimento circoscritto alla scuola primaria.
Durante il primo lockdown è stato ideato il percorso didattico “C’era una volta al Museo.
Archeoworking ti dona un racconto”. È stato elaborato un breve componimento inedito per narrare e descrivere ai bambini la storia e le scoperte di un sito archeologico lucan.  È stato, infatti, l’abitato di Baragiano, in provincia di Potenza, a parlare in prima persona, presentando due personaggi di rilievo della comunità del VI sec. a.C.: il “Basileus” (il re) e la cosiddetta Signora degli Oli profumati che hanno preso vita dall’analisi dei preziosissimi manufatti raccontati tipologicamente e matericamente, deposti nelle sepolture durante la cerimonia funebre.
I bambini, leggendo il racconto, hanno immaginato la vita quotidiana e i ruoli sociali dei protagonisti nell’ambito della civiltà indigena dei Peuketiantes, rappresentandoli graficamente negli elaborati inviati e poi pubblicati in rete. L’attività proposta, oltre che interrompere la monotonia delle giornate in quarantena, ha sicuramente innescato curiosità relative alla popolazione indigena rappresentata dai personaggi, e all’esposizione museale dei corredi funerari allestita nel Museo Archeologico Nazionale della Basilicata “Dinu Adamesteanu” di Potenza.
Inoltre, ha rappresentato un’occasione per dedicare il tempo libero alla lettura, fondamentale momento di crescita individuale e, nelle contingenze del momento, occasione di condivisione in famiglia attraverso la lettura ad alta voce, con i conseguenti benefici a livello relazionale e psicologico.
Nel mese di Dicembre 2020 è stato ideato “Il Calendario dell’Avvento di Archeoworking”,
immaginando di incontrare virtualmente i piccoli visitatori del museo e di guidarli alla scoperta delle origini del Natale. Ogni giorno è stata aperta simbolicamente, attraverso un post, una casella del Calendario raccontando aspetti poco noti della festività, sottolineando la natura d’intrinseca mescolanza di simboli e usanze le cui radici si perdono nei secoli passati Sono state spiegate
in maniera approfondita l’etimologia del nome, le origini astronomiche, la festività̀ del Dies Natalis Solis Invicti (Giorno di nascita del Sole Invitto), la festa dei Saturnalia con il rituale scambio dei doni, e sono stati presentati reperti e siti archeologici a tema.
Si è andati indietro nel tempo anche alla ricerca di tradizioni, aneddoti relativi al Natale in Basilicata, generando ulteriori spunti di riflessione nei bambini.

I contenuti hanno tenuto conto delle regole di scrittura proprie della comunicazione digitale (Fedeli 2021), ma pur nella stringatezza lessicale e formale sono stati recepiti efficacemente. I piccoli fruitori, infatti, hanno elaborato graficamente i contenuti trasmessi, inviando i loro elaborati grafici che poi sono stati pubblicati sulla pagina Facebook di Archeoworking .
Durante le vacanze natalizie è stata promossa anche l’attività laboratoriale “Un reperto sull’albero”. Sono state fornite notizie storiche relative alla tradizione di addobbare l’albero di Natale (e successivamente indicazioni per realizzare un manufatto , ispirato a reperti archeologici del museo di Potenza, rinvenuti nel santuario lucano di Rossano di Vaglio (Potenza), dedicato alla divinità dell’acqua Mefitis e databili al IV secolo a.C. Si tratta di frutti fittili da utilizzare come decorazione del proprio albero di Natale.
La manipolazione dell’argilla, oltre che a stimolare la motricità fine e la sensibilità sensoriale dei bambini, ha fatto sperimentare loro un materiale utilizzato nell’antichità. Le foto inviate dalle famiglie sono state pubblicate sulla pagina Facebook.
A Pasqua 2021, è stato ideato il percorso didattico “Fuori dalla polvere: le lucerne, simbolo di luce”.
L’intervento, strutturato in un racconto sonoro e in un laboratorio tattile, è stato progettato  particolar modo per i bambini non vedenti e ipovedenti. Il racconto e il laboratorio tattile, elaborati da Archeoworking, sono stati arricchiti dalle illustrazioni di Mariateresa Talò e dalle voci narranti di Patrizia Dore e Iole Franco dell’Associazione di promozione sociale “H2TeatrO”. Si è scelto come protagonista del percorso un manufatto ben rappresentato nei contesti archeologici e museali della Basilicata: la lucerna, simbolo di luce e di rinascita che si descrive negli aspetti formali,
funzionali, e decorativi . Nel video , dopo il racconto, le voci narranti hanno
fornito ai bambini le indicazioni per realizzare il laboratorio tattile .
Nella fase di riapertura delle scuole, nell’anno scolastico 2021-2022, Archeoworking, dopo aver ascoltato i bisogni e le difficoltà degli Istituti Scolastici, dovuti all’emergenza sanitaria in corso, ha modificato il suo modus operandi, elaborando nuove strategie attuative. Ha, dunque, ideato, il progetto “A scuola di Archeologia”: le archeologhe raggiungono il territorio per promuovere la conoscenza del ricco patrimonio archeologico regionale.
Il progetto è caratterizzato da approfondimenti tematici, relativi alle civiltà che hanno abitato la Basilicata antica, e da complementari attività laboratoriali con kit personalizzati, nel rispetto delle norme vigenti.

CONCLUSIONI

L’operato di Archeoworking in Pandemia ha rappresentato un piccolo tassello del fermento culturale vibrante a livello nazionale e ne ha documentato l’esperienza in contesto territoriale periferico, attestando come la cultura si sia adeguata all’emergenza sanitaria attraverso canali espressivi, divulgativi adeguati. Le proposte dell’associazione, inoltre, testimoniano come si siano modificate le modalità operative nell’ambito dell’educazione al patrimonio culturale e come sia importante educare ai media le nuove
generazioni. Il social network, attualissimo strumento di comunicazione, utilizzato nelle corrette modalità, è diventato, infatti, un riferimento per la condivisione di attività culturali con la collettività. In particolare, la finalità è stata quella di offrire agli utenti, un’opportunità formativa attraverso percorsi di conoscenza specificamente elaborati e una possibilità di interconnessione, utile ad alleviare l’isolamento attraverso la condivisione culturale e sociale.
L’esperienza messa in atto è un valido esempio di come le competenze di un settore specifico, quale quello della didattica museale, si possano esercitare pur variando i “contesti” di svolgimento dell’azione educativa. I contenuti digitali prodotti hanno dato anche la possibilità di mettere in rete informazioni relative ai siti della Basilicata antica e ai reperti esposti nei Musei Archeologici Nazionali della regione, diventando un ottimo stimolo a recuperare il contatto diretto con i manufatti alla riapertura dei musei e a scoprire l’ingente patrimonio archeologico lucano per coloro che si sono imbattuti nelle
informazioni sul web. Infine, l’attività svolta può rivelarsi una pratica educativa extrascolastica da riproporre anche al di là dell’emergenza sanitaria poiché vede coinvolti il bambino e la famiglia in un rapporto culturale e pedagogico insolito.

* di Rossana Greco e Annarita Sannazzaro
Archeologhe Classiche, Associazione di Promozione Sociale Archeoworking

BIBLIOGRAFIA

Azzara M., Belluso R., Pampana P. 2020, Strategie per la fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale in tempo di Pandemia. L’esperienza della società geografica italiana, in Territori della cultura e cultura dei territori, n. 40, Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, Ravello (SA),
pp. 26-29.

Biondi A. 2021, Una piccola provocazione. La Pandemia e i modelli della Nouvelle Muséologie, in Knowledgescape, Insight on Public Humanities, Edizioni Ca Foscari, Venice University Press, pp. 104 -133.

Bonacini E. 2012, Il Museo partecipativo sul web: forme di partecipazione dell’utente alla
produzione culturale e alla creazione di valore culturale, in Il capitale culturale on the value of cultural Hertitage, Università di Macerata, n. 5, pp. 93-125.

Colombo M.E., 2022, Musei e cultura digitale. Tra narrativa, pratiche e testimonianze, Editrice Bibliografica, Milano.
Fedeli L. 2021, Social Media e didattica. Opportunità, criticità e prospettive, Pensa Multimedia, Lecce.

Manca M., Ranieri M. 2013, I social network nell’educazione: basi teoriche, modelli applicativi e linee guida, Erikson, Trento.

Teatro Greco di Siracusa, le polemiche sulla tutela hanno bisogno di una soluzione. Condivisa. Oggettiva. E nazionale.

Altri articoli

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

News