sabato 27 Aprile 2024

Teatro Greco di Siracusa, le polemiche sulla tutela hanno bisogno di una soluzione. Condivisa. Oggettiva. E nazionale.

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Polemiche e teatri antichi vanno spesso di pari passo, sono un classico in Italia, almeno quanto lo sono le tragedie e le commedie che vi vengono rappresentate. Il teatro greco di Siracusa però ha un posto di primo piano in queste dispute, sia per la bellezza fuori discussione del monumento, sia per interessi che ruotano attorno a questo sito come “location” per spettacoli, e non solo teatrali.

Certo, non è lo stesso teatro che aveva costruito l’architetto Damocopos, quello in cui Eschilo rappresentò le Etnee nel 475 a.C.. Il teatro greco di Siracusa è un’eredità successiva, uno dei vari rifacimenti parziali a cui fu sottoposto nel corso della sua lunga storia. Anzi, rifacimenti e spoliazioni, come capita di solito ai grandi edifici pubblici, come per l’uso per materiale da costruzione impiegato fino al 1500 per ampliare le fortificazioni della città. Anche se non c’è più l’edificio scenico, resta sempre un impressionante mare di pietra calcarea, esclusa la parte superiore della cavea, asportata. Il resto è piuttosto complicato da spostare, visto che è letteralmente intagliato nella roccia, cosa che rappresenta al contempo la sua fortuna e un suo limite.

Poco sopra il teatro avvertiamo con piacere il suggestivo scroscio in una piccola grotta, quella del Ninfeo, a cui arriva un ramo dell’antico acquedotto greco. Robe da sindrome di Stendhal archeologica se ci aggiungiamo il mare, il vento, il sole.

A fine inverno il teatro è ancora libero, poi arriva il turno della copertura in legno, per permettere gli spettacoli. Sia quelli classici – Siracusa è sede dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico  (Inda)- sia quelli moderni: concerti, che possono sfruttare l’incomparabile panorama, il prestigio del luogo.

Nulla di male, ovviamente, ma il calcare è pietra delicata, e ogni anno partono, in crescendo, le polemiche. Anche perchè gli spettacoli della super-stagione 2023 promettono di essere 18, non uno scherzo, e non solo “di nicchia”, ma anche di grande richiamo

Nel 2023 la miccia polemica è stata accesa dal doppio paginone del Corriere a firma di Gianantonio Stella. Da par suo – è specialista nel tirar fuori e raccontare magagne italiche –  individua bene il problema: viene coperto per ben 8 mesi all’anno, veramente tanti. Inoltre, la copertura crea – dicono – un microclima negativo per il calcare, naturalmente poroso. Insomma, carpenteria a lunga scadenza, forse non necessariamente così “tecnologica”, per lo meno tutta questa letteratura accademica a supporto noi non l’abbiamo vista al di là di articoli di giornale. Ma Stella ovviamente non individua una soluzione.

Qu, ovviamente, non c’è da discutere se Eschilo crei meno problemi di una pop band, dei Negramaro o dei Beatles redivivi, per rimanere sul “classico”. I giudizi di “valore” sulle forme di spettacolo crediamo non ci debbano essere

Non c’è nulla di meglio, d’altronde, di uno spettacolo in un luogo nato per spettacoli come il nostro teatro. Ma la tutela ha pari  (superiori?) diritti. Le polemiche sui teatri non mancano mai su qualsiasi lavoro, basti pensare a quelle recenti attorno al teatro di Velia, ad esempio, per alcuni “troppo cementificato”. Abbiano torto o ragione, il problema sembra essere il punto di equilibrio, linee chiare ed inequivocabili da un lato, studi specifici e oggettivi da fare su ciascun teatro o anfiteatro, dall’altro, in tema di tutela legata all’utilizzo.

La tutela sacrosanta del monumento senza che questo muoia di inattività malinconica. La tutela, anzi, è anche non sprecare un luogo se questo può essere ragionevolmente condiviso, un monumento “congelato”, quando questo può ancora essere frequentato non come un oggetto da museo è un’opportunità persa. Limite, equilibrio, tempi certi, criteri scientificamente solidi per la sua salvaguardia. Un monumento del genere non merita, su questo tutti concorderanno, improvvisazioni, o navigazione a vista. Esistono studi sugli eventuali danni di cui si parla? Ci sono prove a favore o contro? Raccolte da chi, validate da chi? Tutte risposte che si possono cercare in modo costruttivo e utile, al di là di polemiche politiche su cui neppure vogliamo sbirciare.

Un bel problema quello degli spettacoli nei luoghi antichi, che però va affrontato in modo coordinato in tutta Italia, posizioni di “fermi tutti non si sfiora una pietra” e di “liberi tutti” non sono la strada da percorrere.

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