Il restauro del mosaico di Alessandro proveniente dalla Casa del Fauno di Pompei riguarda una delle opere musive più importanti al mondo, probabilmente la più nota dell’antichità, quasi 20 metri quadrati di superficie e oltre un milione e mezzo di tessere. Era in condizioni ormai precarie e al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dove è conservato dall’Ottocento, è iniziato il delicato intervento, che utilizza anche tecniche sviluppate per la chururgia e la realtà aumentata, grazie a parnership tecnologiche (in questo caso Tim). Il restauro prevede il ribaltamento della gigantesca opera, del peso di circa sette tonnellate, dopo alcuni mesi di pulitura e di consolidamento. Bisognerà probabilmente intervenire sul supporto che lo tiene in verticale su una parete del MANN. Soluzione ideale per poter godere del colpo d’occhio della complessa scena, ma ovviamente non naturale per il mosaico stesso, nato come decorazione pavimentale per l’esedra della ricca abitazione di Pompei, uno dei ritrovamenti archeologici più celebri dell’Ottocento negli scavi pompeiani. Al suo posto in situ c’è una copia.
Interviste di Federica Pelosi