venerdì 26 Aprile 2024

Villa romana di Negrar, le ultime scoperte archeologiche con i nuovi mosaici a inizio 2022. Le foto e i video di tutti i ritrovamenti

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Sono straordinari i nuovi mosaici scoperti durante lo scavo della villa romana di Negrar. Nella parte indagata nel marzo 2022, quella attorno al cortile originario, gli archeologi si sono trovati davanti a vivide rappresentazioni di un fagiano, di una colomba che becca un pomo, di un cesto con un trionfo di frutta, probabilmente melograne. Non se li aspettavano, soprattutto non si li aspettavano così.

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Una qualità molto alta, probabilmente superiore a quelli già scoperti tra Ottocento e Novecento, ed ora al museo archeologico del teatro Romano di Verona. I colori sono integri, le tessere piccole e ben tagliate. Altri sono destinati ad emergere. Gli archeologi hanno individuato un rapace e altre raffigurazioni forse meno ben conservate, ma se si è fortrunati la villa potrebbe riservare altre sorprese.

ECCO I MOSAICI DI NEGRAR COME LI CONOSCIAMO FINO AD OGGI:

Quindi, lungo il peristilio, i tondi con i mosaici di cronologia piuttosto tarda, probabilmente attorno al IV secolo d.C., riportano a raffinate immagini di natura. Il piccione (o colomba, se più elegante, o pernice), appena inumidito dalla spugna, mostra splendidi toni verso il viola carico e il verde. Il fagiano ha una composizione allungata e raffinata, e i rossi di toni diversi caratterizzano il mosaico con le melograne. Molto complessi gli intrecci dei nodi della cornice, con motivi geometrici probabilmente di mano artigiana più abile rispetto a quelli, ormai ben noti, dall’altra parte del peristilio. Svolgono un’equilibrata funzione di raccordo tra le figure, che proseguono sicuramente ancora nella porzione ancora da scavare. La datazione non è comunque semplicissima, perchè il sito fu oggetto di grandi spoliazioni, di secoli di arature e di continui interventi sia per mano dell’uomo sia perchè, di fatto, parzialmente sotto il letto soprelevato di un piccolo corso d’acqua ora esaurito, che qui chiamano con il termine di “progno”. Quindi i mosaici vengono datati più sulla base dei confronti stilistici che per gli scarni dati della stratigrafia.

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La villa di Negrar, tuttavia, ha ancora molto da raccontare al di là di quelle che sono le meraviglie dell’arte musiva. Fa impressione, negli scavi dei primi due mesi del 2022, il grande cortile lastricato, con le canalette di scolo, il probabile impluvium, i lunghi ambienti laterali, iniziano a mostrare più chiaramente la pianta stessa della villa, che doveva avere importanti funzioni produttive. Solo che, al momento, si era trovato ben poco, a livello di reperti, per poter raccontare “cosa si faceva” nel grande complesso, soprattutto nella sua pars rustica, perchè i mosaici almeno un’idea di come si presentava la parte signorile ce la danno.

Villa Romana di Negrar, le ultime scoperte: il grande cortile e le coperture provvisorie dei mosaici delle scorse campagne di scavo

Il ritrovamento di contrappesi in pietra di almeno tre torchi, di tipo romano, fuori contesto stratigrafico ma di probabile pertinenza all’edificio, suggerisce che, come si poteva solo supporre, qui si lavorasse o il vino o l’olio, o tutti e due. Mancano ancora i contenitori, le anfore, anche solo in frammento, che possano confermare queste ipotesi. Una scoperta archeologica nella direzione auspicata, quella di studiare il sito nel suo contesto territoriale, in Valpolicella. Ma la villa, che nel frattempo vede i suoi mosaici già scoperti protetti con una copertura provvisoria, ci ha abituato ad aspettarci sorprese. Ora il lavoro del team sotto la supervisione del direttore scientifico Gianni De Zuccato, funzionario della soprintendenza veronese guidata da Vincenzo Tinè, dovrà indicare la strada per delle risposte interpretative, con il coinvolgimento delle università, a cominciare da quella della città scaligera. Per il restauro conservativo dei mosaici è coinvolta l’Accademia di Belle Arti di Verona.

DALLE PUNTATE PRECEDENTI SULLA VILLA ROMANA DI NEGRAR:

Villa romana di Negrar: dopo i mosaici gli scavi trovano affreschi più antichi – Sesta puntata, VIDEO REPORTAGE

 

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