venerdì 26 Aprile 2024

In mostra il carro cerimoniale romano di Civita Giuliana (Pompei). La ricostruzione integrativa al Museo Nazionale Romano

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Certi giornali, e non scherziamo, riuscirono a titolare “La Lamborghini dei carri romani”. Ma nonostante queste assurdità acchiappaclick, la scoperta archeologica del 2019 a Civita Giuliana nell’ambito del Parco Archeologico di Pompei, una villa suburbana a nord degli scavi, fu impressionante. Si trattava del carro cerimoniale rivestito in bronzo e con le decorazioni in argento.

Per fortuna le parti mancanti in materiale organico lasciarono le impronte nella cenere del Vesuvio, la più classica delle caratteristiche degli scavi pompeiani e pertanto, il carro ricostruito nelle sue parti mancanti  è un’attrazione della mostra “L’istante e l’eternità. Tra noi e gli Antichi”, aperta 4 maggio al 30 luglio 2023 al Museo Nazionale Romano.

In realtà lo straordinario reperto archeologico (per una volta l’aggettivo non è sprecato) arriva da un insieme di attività che Procura della Repubblica di Torre Annunziata, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e il Parco archeologico di Pompei avevano dovuto mettere in atto per arginare le mire dei tombaroli.

LO SCAVO ARCHEOLOGICO DEL CARRO CERIMONIALE ROMANO CIVITA GIULIANA (POMPEI)

“Questa è un’autentica perla che dimostra ancor più, ove ve ne fosse bisogno, l’unicità del nostro patrimonio. – dice il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – Il restauro e l’esposizione non rappresentano solo la restituzione di un reperto eccezionale ai cittadini e agli studiosi, ma anche il coronamento di uno sforzo” delle istituzioni preposte alla tutela.

Il carro di Civita Giuliana, particolari. Foto Parco archeologico di Pompei,

Ecco la descrizione del carro come da comunicato del Parco archeologico di Pompei:

Il grande carro cerimoniale a quattro ruote, con i suoi elementi in ferro, le bellissime decorazioni in bronzo e argento, con raffigurazioni erotiche, i resti lignei mineralizzati, le impronte degli elementi organici (dalle corde a resti di decorazioni vegetali), venne rinvenuto quasi integro nel porticato antistante alla stalla con i resti dei tre equidi.

Si tratta di un vero e proprio unicum in Italia non solo per il livello di conservazione, in quanto sono emerse le singole decorazioni e l’intera struttura del veicolo, ma anche perché non si configurava come carro da trasporto per i prodotti agricoli o per le attività della vita quotidiana, già attestati sia a Pompei che a Stabia. Il carro è identificabile come un pilentum, un veicolo usato nel mondo romano dalle èlites, per cerimonie e in particolare per accompagnare la sposa nella nuova casa.

Un reperto unico e fragile per le sue delicate condizioni di conservazione e rinvenimento, che nel suo percorso di recupero, restauro, ricostruzione e restituzione alla fruizione del pubblico, incarna appieno il senso di caducità e eternità che la storia ci consegna attraverso la testimonianza del nostro straordinario patrimonio culturale.

“La scoperta all’epoca dello scavo fu eccezionale per le informazioni che rivelava per la tipologia di veicoli di trasporto, di tipo cerimoniale, che non trovava confronti in Italia con simili reperti. Un carro simile era stato ritrovato anni fa in Grecia, nei luoghi dell’antica Tracia, in una tomba appartenuta a una famiglia di alto rango, ma lasciato in situ.  Questa è invece la prima volta al mondo che un pilentum viene ricostruito e studiato. – dichiara il Direttore generale dei Musei, Massimo Osanna, sotto la cui Direzione del Parco di Pompei nel 2018 si sono avviate tutte le attività e la firma del protocollo d’Intesa con la Procura – Inoltre, le indagini a Civita Giuliana hanno sancito l’ attuazione di una metodologia di scavo di tutto il contesto, ormai ordinaria a Pompei, che ha visto coinvolto un team interdisciplinare di archeologi, architetti, ingegneri, restauratori, vulcanologi, antropologi e archeobotanici. L’attuale restituzione del carro al pubblico racchiude una storia ben più ampia di cura del patrimonio culturale italiano”

“Il carro oltre al suo valore scientifico, costituisce il simbolo di un processo virtuoso di legalità, tutela e valorizzazione non solo dei singoli reperti, ma di tutto il territorio vesuviano. – aggiunge Gabriel Zuchtriegel, attuale Direttore del Parco – Quell’attività ha dato avvio a operazioni di esproprio di strutture illecite, per consentire di proseguire l’indagine e ha visto più enti collaborare per un intento univoco. Oltre alla Procura e ai Carabinieri, anche il Comune di Pompei, ha dato la sua disponibilità nella gestione della viabilità urbana inevitabilmente compromessa dal prosieguo dello scavo. L’esposizione dei preziosi reperti è un punto di partenza verso l’obiettivo più ambizioso di rendere presto fruibile l’intera villa al pubblico.”.

La mostra al  Museo Nazionale Romano in collaborazione con Electa, è ideata e curata da Massimo Osanna, Stéphane Verger, Maria Luisa Catoni e Demetrios Athanasoulis, con il sostegno del Parco Archeologico di Pompei e la partecipazione della Scuola IMT Alti Studi Lucca e della Scuola Superiore Meridionale.

QUI IL PROSEGUIMENTO DELLO SCAVO:

Pompei, mosaico scoperto alle terme Stabiane: il valore di uno scavo dove si era già scavato in passato

 

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