venerdì 26 Aprile 2024

Le Passeggiate Archeologiche in Puglia arrivano a 46: il secondo volume di itinerari non scontati scelti da Giuliano Volpe

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Ben 46 “passeggiate archeologiche”, spesso sorprendenti, sempre illuminanti non solo sulla Puglia, ma sulle modalità perennemente cangianti con cui lasciamo le tracce della vita passata in città, campagne, zone costiere, persino sotto la superficie del mare. Giuliano Volpe, archeologo di lungo corso e professore ordinario all’università di Bari, ha più che raddoppiato il suo precedente volume di “Passeggiate Archeologiche” (Edipuglia), uscito nel 2021 con 20 itinerari tra i siti pugliesi, e ne aggiunge uno nuovo, questa volta dalla copertina rossa, con ulteriori 26.

(Nota agli utenti: contatore visualizzazioni articolo parzialmente non funzionante).

Come accadde con il primo libro, anche il secondo è senz’altro un baedeker coltissimo che porta per mano il visitatore attraverso un arco cronologico molto ampio, in una regione che sembra inesauribile per varietà e densità di siti archeologici. Le “Passeggiate” continuano ad essere anche un mezzo che l’autore, quasi omeopaticamente, utilizza per far filtrare la sua idea di archeologia: indirizzata a un patrimonio pubblico, che deve essere pubblica per cittadini – più che coinvolti – direttamente partecipi dei risultati della ricerca. Insomma un’archeologia non solo “vicina” e comprensibile, senza facili indulgenze alla semplice divulgazione, ma anche legata alla vita dei territori su cui questa ricerca insiste.

Volpe scrive che “Il patrimonio culturale (e in particolare quello archeologico) è uno dei veri antidoti contro questo rischio di Alzheimer sociale, perché rappresenta l’archivio delle nostre storie stratificate nei paesaggi urbani, rurali, costieri, subacquei, testimoniate dagli oggetti del passato, poco importa se opere d’arte o umili oggetti della vita quotidiana”. Insomma, l’archeologia, citando Daniele Manacorda, ha una funzione sociale, quella di contrastare la perdita di memoria, pungolando la conoscenza critica del passato di tutti noi.

Ecco quindi che Volpe porta il lettore (sì, è una guida da leggere e non solo “consultare”) dal Paleolitico della Grotta Paglicci alla Puglia medievale a Balsignano. Alla scoperta delle iscrizioni runiche a Monte Sant’Angelo, tra le incredibili stratificazioni architettoniche di San Pietro e Santa Maria Maggiore, alle varie vite di San Paolo di Civitate o della stessa città vecchia di Bari. Illumina sulle origini di Ostuni, va molto oltre il barocco di Lecce e sale tra la civiltà rupestre di Mottola, senza dimenticare quello che, a pochi metri dalla costa, può raccontare il mare a Porto Cesareo e ovviamente molto altro.

Scrive di essere consapevole di avere, anche con il secondo volume, omesso molto. Quindi ne servirebbe almeno un terzo. Attendiamo.

Archeologia subacquea per tutti a Porto Cesareo, i relitti delle Colonne e delle Anfore Tripolitane diventano “archeologia pubblica del mare” – Progetto UnderwaterMuse

 

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