venerdì 26 Aprile 2024

“Le Antichità di Ercolano esposte” restaurate. Il grande repertorio archeologico per gli artisti del Settecento salvo ad opera dei restauratori in pensione.

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Le “Antichità di Ercolano espostesono una meraviglia editoriale voluta tra il 1757 e il 1792 dai Borboni per celebrare le proprie collezioni di preziosi oggetti e opere d’arte provenienti dagli scavi della città vesuviana. Furono realizzate dalla Stamperia Reale Borbonicaper conto della Reale Accademia Ercolanese, istituita da Carlo di Borbone per studiare il materiale conservato nella Reggia di Portici. Uno dei motivi della rarità e del valore dell’opera è che non si trattò di un’operazione editoriale venale, ma di un omaggio di prestigio per la nobiltà e i notabili del regno, insomma un modo per stupirli con la grandiosità delle collezioni di Ercolano. Ma, soprattutto, furono un repertorio iconografico per gli artisti a cavallo tra Settecento e Ottocento, fonte di ispirazione e veicolo di diffusione di un gusto per l’arte classica ancora ben presente nel XXI secolo.

Ora i volumi di proprietà del Parco Archeologico di ercolano sono stati restaurati a cura della Biblioteca Nazionale di Napoli, almeno per quanto riguarda i primi otto tomi.

Antichità di Ercolano esposte. Tomo 1 dopo il restauro

Il parco ha attivato la propria rete istituzionale di riferimento. dichiara Francesco Sirano, direttore del Parco La collaborazione con la Biblioteca Nazionale si è giovata dell’altissimo livello professionale che da sempre ne caratterizza l’opera. I rapporti, già stretti per la presenza dell’officina dei papiri Ercolanesi proprio nella Biblioteca, si sono ulteriormente rafforzati. Il direttore della Biblioteca Nazionale , Salvatore Buonomo, aggiunge che “La sinergia in questo caso ha costituito un’occasione per avvalersi al massimo delle risorse e delle potenzialità di cui disponiamo nell’ambito dei beni culturali, consentendoci l’allargamento del concetto stesso di patrimonio culturale componendo l’interesse di bene bibliografico con quello archeologico.”

Il restauro grazie alla disponibilità degli esperti volontari in pensione

Colpisce la dichiarazione dei Buonomo sui professionisti che sono intervenuti: il restauro infatti è stato possibilegrazie alla disponibilità dei nostri ultimi restauratori, che pur se collocati in pensione, hanno continuato il lavoro in forma volontaria per completare questo delicato restauro e le altre esecuzioni in corso. Allo stato il nostro importante e specializzato laboratorio non può continuare l’attività per mancanza di personale.”

La nota del Parco archeologico specifica che: “Il lavoro di restauro sui primi 6 volumi svolto nel Laboratorio “Alberto Guarino” della BNN, che ha visto impegnati Valeria Stanziano e Luigi Vallefuoco e per il Parco di Ercolano Elisabetta Canna,  è  stato complesso: è stato necessario intervenire sulle pregevoli carte interne ma anche  restaurare tutti i dorsi in pelle con le iscrizioni in oro ed i nervi a vista,  in più  parti sono state restaurate le coperte  con incartonatura  e carte marmorizzate dipinte a mano simili agli originali. La restante parte del restauro è stato affidato alla Ditta Argentino Chiara che si è   attenuta nell’ acquisto dei materiali e nell’esecuzione al progetto redatto dal laboratorio della Biblioteca di Napoli”.

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