Una grande collezione privata torna allo stato, ben 226 reperti archeologici, consegnati alla soprintendenza veneziana dai carabinieri. Sono oggetti in bronzo, ceramiche, e in genere materiali da ricchi corredi funerari, soprattutto di ambito etrusco ed italico, per una cronologia ampia, dal VI al III secolo a.C. Ma non mancano anche vetri romani di età imperiale.
VIDEO DEI BENI RECUPERATI A VENEZIA (immagini carabinieri TPC)
Troppo comodo raccogliere preziosi reperti archeologici da ogni dove e spacciarli come la collezione tramandata da qualche zio o generoso familiare. La legge non lascia dubbi, i beni archeologici appartengono allo Stato Italiano, a meno che non si sia in grado di dimostrare che gli oggetti in questione fossero nelle mani degli avi da prima del 1909, ossia da quando entrò in vigore la legge 364. (IN FONDO ALL’ARTICOLO LA SCHEDA PER APPROFONDIRE)
Se in effetti capita di entrare in possesso, a qualsiasi titolo, di una collezione o di anche di singoli pezzi “regalati dall’amico pescatore” o altre possibili provenienze, la cosa migliore è contattare la soprintendenza di riferimento.
Qualcosa di simile deve essere accaduto per la collezione recuperata, grazie al fatto che l’ultima persona ad entrare in possesso dei reperti si era resa conto della criticità degli stessi. Gli accertamenti, in effetti, hanno dimostrato che la collezione si era formata probabilmente attorno agli anni ’70 e che non c’erano praticamente documenti a certificarne acquisto e attestarne lecita provenienza.
Di cosa si trattava? Al termine dell’attività ispettiva, che ha visto coinvolti come di prassi anche i carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, si è verificato il “notevole interesse storico e archeologico”. Inutile dire che il grande danno, nei decenni precedenti, era già stato fatto, privando i reperti del loro contesto e quindi dei dati che potevano fornire agli studiosi. Restano dei begli oggetti, naturalmente, ma molte delle storie che avrebbero potuto raccontare restano senza voce.
Quell’anfora in salotto appartiene alla comunità! Reperti archeologici in casa, che fare?