giovedì 21 Settembre 2023

Il tempio romano scoperto a Sarsina, probabilmente è il Capitolium della città natale di Plauto. La promessa: sarà valorizzato. AGGIORNAMENTI

In Evidenza

Da settimane i giornali locali si stavano occupando in lungo e in largo del tempio romano scoperto a Sarsina (provincia di Forlì Cesena), città ben nota per aver dato i natali a Plauto. Come purtroppo capita quando le notizie escono  “a rate” soprattutto per mano della politica locale, il quadro generale era del tutto frammentario, ma  con l’effetto-sorpresa, se questo era lo scopo, rovinato, e, naturalmente con notizie parziali, che contiamo di rendere al più presto “vive” con un videoreportage di ArchaeoReporter.
I dati raccontano – secondo il comunicato ufficiale del Ministero della Cultura – di un grande tempio, probabilmente del I secolo a.C., che per imponenza, posizione ed evidente dispendio di risorse ha tutte le caratteristiche del Capitolium, quindi l’edificio più “ufficiale” della religione di Roma. Inutile dire che, tra le più importanti caratteristiche di un capitolium c’è la divisione tripartita degli spazi per il culto della triade capitolina, cosa che appare evidente nel tempio in corso di scavo a Sarsina. I resti del foro già scavati sono ovviamente adiacenti, e ad una prima valutazione appaiono coevi.
C’è da dire che lo scavo, condotto sotto la direzione scientifica della Soprintendenza competente (Ravenna), è eccezionale, perchè il grande tempio appare ben conservato per quanto riguarda il podio in grandi blocchi di arenaria, che è conservato per ben 2,85 metri.
Altri elementi, informa il comunicato, indicano la presenza di marmi, perfettamente coerenti con il prestigio dell’edificio, un sistema idrico di scolo e una fase di distruzione che vede sia la presenza di focolari sia evidenze di architetture medievali.
Di particolare interesse è però quello che appare di una frase cronologicamente datata ai secoli precedenti la costruzione del tempio, che non si esclude pertinente ad un insediamento umbro, documentato fin dal  IV secolo a.C.
il grande tempio romano in corso di scavo a Sarsina, le foto

Oltre alla soddisfazione del ministro Gennaro Sangiuliano, il direttore generale ABAP, Luigi La Rocca, dichiara che “l’intera operazione rappresenta un’ulteriore occasione per ribadire l’importanza e l’accuratezza delle azioni di tutela svolte dalle strutture periferiche del Ministero, che consentono la salvaguardia e la conservazione del nostro patrimonio culturale sulla base di un’approfondita attività conoscitiva, i cui risultati non mancheranno di aprire occasioni di confronto fra studiosi e interessanti prospettive di valorizzazione in un territorio duramente colpito dall’alluvione del maggio scorso e che è pertanto al centro dell’azione e dell’attenzione del Ministero”.

Sembrano quindi implicitamente rimandate al mittente le polemiche sollevate localmente sulla “non comunicazione” e la “voglia di nascondere” lo scavo archeologico, come si è potuto leggere su articoli di stampa locale. E, a maggior ragione, è la soprintendente Federica Gonzato a volerlo sottolineare, anche qui senza scendere in polemica diretta: “Le modalità di divulgazione e valorizzazione dei risultati saranno condotte in sinergia con il Comune di Sarsina e con il Museo Archeologico Nazionale Sarsinate afferente alla Direzione Regionale Musei dell’Emilia Romagna anche attraverso tecnologie innovative, con predisposizione di modalità di fruizione delle stesse in 3D, oltre a trovare spazio in prossime pubblicazioni sia didattiche sia scientifiche”. Quindi, questo quanto deve importare a chi avesse avuto “timori”, magari creati artificialmente, il tempio non è destinato all’oblio.

Lo scavo è condotto sul campo dalla cooperativa archeologica In Terras con la direzione scientifica di Romina Pirraglia (Soprintendenza ABAP per province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini).

Aggiornamento del 3 settembre 2023:

Nelle polemiche non manca una nota di Italia Nostra che interviene a gamba tesa chiedendo con una lettera dal tono perentorio al ministro Sangiuliano, con tanto di “ordini” alla soprintendenza locale: “...la soluzione è obbligata: escluso il minimo margine di discrezionalità, deve essere espressamente dichiarato l’interesse particolarmente importante di quella complessa struttura, inamovibile ed esposta alla vista. Non v’è ragione di porre la questione nei rapporti di collaborazione con il Comune, perché si tratta di attribuzione propria ed esclusiva della istituzione statale di tutela. – e ancora, continua la lettera – La Soprintendente si affretti a proporre alla Commissione regionale per il patrimonio culturale l’espresso provvedimento di tutela. Dichiarato l’interesse culturale, con ciò stesso il monumento archeologico di Sarsina entra nel demanio dello Stato (art.91 del codice). Proprio in questa fondata previsione, deve presumersi, la sua decisione di assumere la spesa dello scavo.“. A parole sono quindi tutti lesti nella tutela. Poi però ci sono i fatti e i problemi da affrontare sul campo nel mondo reale. Vedremo..

Aggionamento del 4 settembre 2023:

Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano ha visitato Sarsina assieme al viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Galeazzo Bignami, alla deputata Alice Buonguerrieri, al Direttore generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Luigi La Rocca e alla Soprintendente per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, Federica Gonzato.

Ho voluto incontrare il Sindaco e le autorità locali per testimoniare la massima attenzione per questo luogo che ha un grande potenziale collegato al già preesistente Foro e all’importante museo archeologico. Nelle prossime settimane lavoreremo per individuare insieme le forme di valorizzazione che possano portare un beneficio socio-economico per tutta l’area”, ha dichiarato il ministro.

Quindi sulla valorizzazione nulla è deciso, o almeno così dichiara ufficialmente il ministero, al di là degli alti lai dei catastrofisti.

Il ministero – scrive infine una nota – ha stanziato 600 mila euro per la messa in sicurezza dello scavo di Sarsina e per le indagini archeologiche, che saranno dirette dalla locale soprintendenza”.

Aggiornamento dell’8 settembre 2023:

Nessuno vuole essere escluso dal “timbrare” una presenza politica a Sarsina, così dopo il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano sulla cittadina natale di Plauto è piombato anche il suo sottosegretario Vittorio Sgarbi che non ha lesinato, nel suo stile, idee e dichiarazioni. Per esempio quella di una “unione delle città della lingua latina”, assieme a Sirmione, Sulmona e Arpino (di cui Sgarbi, tra l’altro, è sindaco). Poi di nuovo si è parlato di una fondazione. Di pratico però restano i 600mila euro stanziati dal ministero negli scorsi giorni, che la soprintendente Federica Gonzato dovrà gestire assieme ai suoi collaboratori.

FORSE PUÒ INTERESSARE ANCHE:

 

Altri articoli

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

News