giovedì 21 Settembre 2023

Gerusalemme distrutta due volte? Gli scavi archeologici sul Monte Sion portano alla luce le prove della prima distruzione babilonese del 586 a.C.

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Gerusalemme venne distrutta due volte. Questa è l’importante scoperta archeologica di un gruppo di archeologi che stanno conducendo gli scavi nella zona del Monte Sion (poche decine più a est dell’omonima porta), dove hanno rinvenuto delle tracce archeologiche che confermano chiaramente la conquista e la distruzione babilonese di Gerusalemme nel 586 a.C. Gli scavi sono parte di un progetto congiunto tra Israele e Stati Uniti e vi partecipano diversi professori americani come anche ricercatori ed esperti del settore provenienti dall’Università di Haifa e di altri importanti istituti israeliani.

 A scoprire le complessità di questo sito è l’équipe archeologica internazionale guidata dal professor Shimon Gibson dell’Università della Carolina del Nord a Charlotte e dal dottor Rafi Lewis, senior lecturer presso l’Ashkelon Academic College e borsista dell’Università di Haifa. Durante le ultime indagini, sono state trovate prove della distruzione del Secondo Tempio da parte dei Romani nell’anno 70 d.C. e, un paio di metri più in basso, della distruzione del Primo Tempio e della città da parte dei Babilonesi nel 586 a.C. Si tratterebbe della prima volta che le due distruzioni sono documentate nello stesso spazio. Tra le prove dell’attacco dei Babilonesi del 586 a.C. vi sono punte di freccia in bronzo e ferro e un gioiello, probabilmente un orecchino, di oro e argento.

Dall’attacco romano dell’anno 70 d.C., il team ha portato alla luce dei muri crollati con pietre calcificate dall’intenso calore provocato dall’incendio delle case, che ha provocato il crollo dei piani superiori, con il risultato di affreschi sparsi e rotti. Le scene di devastazione sono piuttosto toccanti, afferma Gibson. Tra le pietre è emerso anche un reperto unico: un osso costale inscritto con disegni e lettere ebraiche. Si trattava presumibilmente di un amuleto, forse usato per respingere gli invasori romani.

Vista dall’alto dello scavo con i ritrovamenti del periodo asmoneo e dell’età del ferro recentemente scavati. Credit: Shimon Gibson e the Mount Zion Archaeological Excavation.

La recente scoperta relativa al periodo babilonese è considerata forse la più importante, in quanto la conquista babilonese di Gerusalemme rappresenta un punto focale nella storia ebraica. Gli esperti ritengono che i ritrovamenti siano da ricondurre senza dubbio a quel periodo specifico della conquista babilonese perché si tratta di materiali e manufatti tipici dell’epoca. “Quando si ha questo tipo di complessità, si riflette perfettamente la caotica storia di Gerusalemme che ha sempre caratterizzato questa città. Nulla è semplice e dobbiamo costantemente pensare fuori dagli schemi” – riassume Gibson, basandosi su più di due decenni di esperienza di scavo in questo sito.

La campagna di scavo del 2023 ha permesso di portare alla luce nuovi manufatti: un raro peso di 4 sicli con iscrizione, di forma sferica e realizzato in calcare rosa lucido; un secondo peso di mezzo siclo inscritto, un beka risalente al periodo del Primo Tempio (X-VI secolo a.C.), utilizzato dai pellegrini come unità di misura per pagare la tassa di mezzo siclo da portare al Monte del Tempio, più bianco e più consunto dal tempo. Questi reperti sono stati trovati quando il team ha identificato, per la prima volta in questo settore, lo strato dell’Età del Ferro, rivelando anche pavimenti di coeve strutture.

“Oggi il paesaggio si fa con i bulldozer, tagliando il terreno e rimodellandolo. All’epoca lo facevano con il duro lavoro dell’uomo, usando strumenti semplici e spostando il terreno e le macerie con i carri, rideponendo e spostando le pietre da costruzione, scavando per creare fondamenta solide per gli edifici, rubando le pietre dai muri e tagliando gli strati precedenti. In questo caos, l’archeologo deve scoprire gli strati con molta attenzione, altrimenti si possono verificare errori cronologici”, spiega l’archeologo. Occorre pertanto comprendere il sistema di una stratigrafia disordinata, di un intreccio di strati, tagli profondi, trincee e muri fantasma, per non perdere il filo di una storia che si sta ricostruendo passo a passo.

Qui il link del progetto: https://digmountzion.charlotte.edu/

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