giovedì 21 Settembre 2023

La Cattedrale delle Saline, un sigillo papale, l’antica Ficocle: cosa si sta scoprendo negli scavi archeologici a Cervia?

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La Cattedrale delle Saline. Il titolo è perfetto, anche se la ricerca archeologica mantiene la sua accademica prudenza. L’ipotesi viene sussurrata assieme ad altre possibili dal professor Andrea Augenti, ben conscio che la prossima campagna di scavo potrebbe fornire elementi a favore o contro questa idea, che appare però molto più di una suggestione, di una grande chiesa sul modello di quelle ravennati, che si materializza improvvisamente nella pianura costiera proveniente da una sconosciuta tarda antichità.

Certo che è lui stesso, assieme ai suoi collaboratori e agli studenti di archeologia dell’università di Bologna, a mettere in fila gli elementi di quella che appare l’inizio di una bella avventura archeologica, tra le saline di Cervia. Quindi bene, per ora noi al titolo “La Cattedrale delle Saline” non rinunciamo.

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Augenti, che insegna archeologia medievale all’Alma Mater, per la verità scava già da tre stagioni (dal 2020) alla ricerca di quanto rimane della Cervia Vecchia, la città, importantissima per il controllo dell’elemento-sale, che sorgeva arretrata di alcuni chilometri rispetto alla Cervia attuale e che fu letteralmente smontata pezzo a pezzo per ricavarne materiale per gli edifici che ancora esistono, a cominciare dai magazzini del sale che costeggiano il porto canale. Ma negli anni scorsi, per così dire, si andava topograficamente sul sicuro. Si sapeva della presenza di strutture difensive, c’erano mappe e disegni, insomma, c’erano elemento importanti su cui costruire una ricerca, per poi dettagliare e approfondire l’archeologia di un’intera città scomparsa.

Ad Augenti andare a ricercare anche le tracce di Ficocle,  per non lasciare indietro nessuna fase storica del territorio, non era mai uscito di mente. Ficocle è l’insediamento romano tardo antico citato dalle fonti. Il dibattito su dove fosse non ha mai avuto tregua, con molte dotte ipotesi, vari ritrovamenti sparsi e poche certezze. Neppure c’è una chiara percezione di che tipo di insediamento fosse. Una mansio, insomma, una stazione di posta, un agglomerato rurale, ville rustiche sparse? Di sicuro c’è solo la citazione, attorno al 500 d.C., della presenza di un vescovo di Ficocle, predecessore di quello di Cervia.

Nel momento in cui l’area attorno alle Saline, come una bella parte della Romagna, è al lavoro per riprendersi quello che gli è stato tolto dall’esondazione del Savio del 2023, ecco che il fiume restituisce simbolicamente qualcosa. Troppa acqua per continuare lo scavo della Cervia Vecchia  quest’anno, perché non aprire un piccolo saggio di scavo nella zona del Campo della Rosa, molto più in là, nel bel mezzo delle saline, tra fenicotteri e cavalieri d’Italia? Una possibile ubicazione di Ficocle valutata sulla base dei (pochi) dati archeologici finora a disposizione.

Ed ecco che, dopo le prime manovre dell’escavatorista, sotto poche decine di centimetri di arativo, un muro possente costringe gli archeologi a passare da un piccolo saggio, a uno scavo in estensione. Appare un altro muro, poi i pilastri, la presenza di lesene… Certo, non c’è un centimetro di muratura in elevazione, “in alzato”, ma è il destino degli edifici di pianura, di quelli ben fatti. Essere smontati per ricavarne materiali, e riutilizzati altrove, lasciando a volte neppure le tracce di quelle murature, al massimo le trincee di spoliazione. Ma lo scavo va avanti, s’intravvede un possibile transetto, e, tutto attorno all’edificio, numerose tombe. Le ossa in cattivo stato di conservazione, a volte intaccate dall’aratro, mostrano lo scenario tipico di un edificio religioso della tarda antichità e del medioevo, l’area cimiteriale addossata. Poi i reperti archeologici, scarsi ma molto significativi: elementi della pavimentazione, qualche ceramica. Tutto suggerisce, come ci racconta il professor Augenti, un orizzonte tra il V e il VI secolo. Ma non basta. Tra gli elementi che la terra regala a questa campagna di scavo ce n’è uno veramente particolare. E il sigillo in piombo di un documento papale della fine del XII secolo, di Clemente III. Segno che in quel luogo ci doveva essere un archivio con corrispondenze di alto livello. E cosa c’è di più alto livello che la corrispondenza tra un pontefice e una curia vescovile? È fuori contesto, e solo il sale della terra sa come sia potuto finire lì. Ma resta un elemento ufficiale e molto importante.

Cervia sigillo papale di Clemente III (XII secolo)

Insomma, l’ipotesi che si tratti della chiesa cattedrale di Ficocle appare con fondamenta solide, nonostante si tratti di terreno da saline. E che, oltretutto, questa chiesa potrebbe avere avuto una vita ben addentro al medioevo, quando già esisteva, poco più in là, l’abitato di Cervia Vecchia, che però ai tempi era l’insediamento “nuovo”.

La scoperta è comunque importantissima e inaspettata. Il grande edificio ci suggerisce qualcosa di ben più ampio di una “stazione di posta” per Ficocle, e ci mostra una Cervia, indipendentemente dai nomi antichi, che sembra quasi “navigare” nel tempo tra un argine e l’altro di quello che poi sarà il paesaggio salinaro che oggi conosciamo, fiume Savio permettendo. Ora la città di Cervia ha più antenati, e può andare a cercare la propria storia in uno dei paesaggi che i cervesi più amano, alle spalle della loro costa, dove l’acqua si sposa con il sole e la terra per generare il prezioso sale rosa.

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