giovedì 21 Settembre 2023

Sindaco Sala: lavori della Metropolitana “funestati da Covid e ritrovamento di reperti archeologici”.

In Evidenza

Può una città essere funestata dal rinvenimento di reperti archeologici?

Per il sindaco di Milano evidentemente sì. Parlando ai giornalisti all’inaugurazione di una parte della linea blu della metropolitana, secondo quanto riportano il Corriere della Sera,il Giorno e altre testate,  il primo cittadino Beppe Sala ha dichiarato che “sono stati lavori lunghi e funestati dal Covid, dall’aumento dei costi e dal ritrovamento di reperti archeologici”. Virgolettato e testuale.

Può un sindaco di una città che da sempre vanta la cultura come suo grande “asset” strategico, che giustamente si vanta delle sue università, della Scala, del rapporto privilegiato con Leonardo da Vinci, dell’editoria, di un Famedio affollato di scrittori e artisti, che celebra i 150 anni del Manzoni in pompa magna, umiliare a questo punto la ricerca archeologica?

Non ne facciamo ovviamente una colpa particolare a Sala, l’inquilino di Palazzo Marino non differisce da molti altri suoi colleghi e da molti amministratori italiani in genere, di qualsiasi partito e tendenza, di qualunque provenienza geografica. L’archeologia continua a essere interpretata come un “rischio” per la “macchina dei lavori”, un ostacolo, un peso. Sorvoliamo sul fatto che questa “macchina” dei lavori delle opere pubbliche spesso dimostra di essere tutto fuorché oliata, ma meglio, più comodo, più standardizzato, dare la colpa all’archeologia, è una vecchia storia. Le “magnifiche sorti e progressive” della “città che sale” non possono essere rallentate dai soliti due sassi e quattro cocci, no?

È persino inutile, in questa sede, ripetere quanto l’archeologia possa trasformarsi, con amministrazioni consapevoli, in un volano di occasioni per legare cittadini e territorio, per riappropriarsi delle città, per passare attraverso quel territorio come individui consapevoli e non come una palla da cannone lanciata nel tunnel della metropolitana milanese tra la propria abitazione e il posto di lavoro o il luogo di studio.

Va riconosciuta a Sala, per lo meno, la mancanza di ipocrisia riguardo l’archeologia preventiva. Altri “soffrono” per l’archeologia, ma tacciono pubblicamente. Non sia mai che qualche “funesto” archeologo – nientemeno funesto come il Covid nella percezione di Sala! – poi abbia qualcosa da dire e si offenda. Nessuna paura, gli archeologi sono abituati a lavorare in condizioni precarie e complicate da sempre. Persino più testardi della “talpa” che scava le gallerie della MM nel raggiungere il proprio obiettivo, quello di legare passato e territorio per valorizzare le radici, la storia e la conoscenza dei luoghi in cui viviamo.

Tesoro romano di Como, mille solidi d’oro che gettano luce sulla fine dell’impero – Lo speciale e tutti i video

Altri articoli

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

News