giovedì 21 Settembre 2023

Scoperte archeologiche della Regio IX a Pompei: scheletri sotto i crolli e due cubicoli affrescati

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I nuovi scavi a Pompei – già anticipati dal direttore Zuchtrieger – riguardano la Regio IX. Si tratta di quelle zone del tutto inesplorate che sono ai margini del progetto di tutela e manutenzione dei fronti di scavi del Parco archeologico. Insomma, per mettere in sicurezza la parte ancora non scavata da crolli e smottamenti, ricordiamo che parliamo di altezze notevoli, si rettificano alcune aree, e quindi vengono scavate con tutte le possibilità scientifiche e interpretative offerte dall’archeologia contemporanea. Stiamo parlando di un’area vasta quasi quanto un isolato della città, per circa 3.200 mq. Conviene a questo punto ricordare è che la parte non scava di Pompei si aggira attorno a 22 ettari,oltre il 30% della città sepolta dall’eruzione del 79 d.C.

GUARDA IL VIDEO DELLE ULTIME SCOPERTE ARCHEOLOGICHE A POMPEI (immagini del Parco Archeologico):

 

Il primo obiettivo, quindi, è salvare da crolli e infiltrazioni d’acqua quella parte dello scavo che confina con ciò che resta da scavare, e, già che si è operativi, si svolgono scavi molto preziosi nelle zone diciamo “di confine” Oltre agli archeologi più, classici, e nel caso di Pompei il termine è appropriato, si vedono all’opera anche gli archeobotanici, vulcanologi, sismologi, numismatici, architetti, ingegneri e geologi. Tutti concentrati per raccogliere elementi utili per aumentare la conoscenza della città e dei suoi abitanti, vita, aspirazioni, ambiente e, purtroppo, anche la loro fine

Cosa ci raccontano dal Parco di Pompei di questi ultimi ritrovamenti?

Il direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel osserva gli affreschi scoperti alla Regio IX

Lo riportiamo con le loro parole:

Ci sono due case ad atrio, già parzialmente indagato nell’800, costruite in età Sannitica e trasformate nel I secolo d.C. in officine produttive.  Una fullonica (lavanderia) impiantata nell’atrio dell’abitazione al civico 2, con banconi da lavoro e vasche per il lavaggio e la tintura degli abiti e di un panificio con il forno, gli spazi per le macine e gli ambienti per la lavorazione e la creazione dei prodotti alimentari da distribuire in città.  

 Nell’atrio sono riemersi due cubicoli affrescati con scene del mito: Poseidone e la giovane Amimone nel primo, Apollo e Dafne nel secondo. Nel primo dei due ambienti si conservano le tracce del mobilio carbonizzato a causa di un incendio. Poi i resti ossei di tre vittime dell’eruzione, pompeiani che si erano rifugiati in cerca della salvezza e che hanno invece trovato la morte sotto i crolli dei solai.  

 Le prime indagini antropologiche indicano due individui pienamente adulti, probabilmente donne e di un bambino di età approssimativa intorno ai 3-4 anni.  Gli individui sono stati ritrovati in un ambiente già scavato, dove erano rimasti solamente 40 cm. di stratigrafia intatta.  Chiare le fratture dovute al crollo del solaio soprastante, i cui frammenti erano frammisti a lapilli pomicei bianchi, che caratterizzano le prime fasi dell’eruzione pliniana del 79 d.C. a Pompei.

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