venerdì 26 Aprile 2024

Un tesoro di 175 denari d’argento romani scoperto vicino a Livorno (Collesalvetti). Tenuto segreto per un anno e mezzo.

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La scoperta archeologica avvenuta a Livorno (a Collesalvetti) è senza dubbio di grande interesse: si tratta di quello che in archeologia si definisce “un tesoretto”, insomma un piccolo tesoro di monete d’argento, in questo caso 175 denari romani, del periodo della repubblica, in particolare tra il 157 a.C. e l’82 a.C.

Una scoperta, racconta il comunicato della soprintendenza per le province di Pisa e Livorno, avvenuta per puro caso e con enorme fortuna, visto che “un membro del gruppo archeologico e paleontologico livornese” passeggiando su un terreno scosceso appena interessato dal taglio di alberi, “scorgeva tra le foglie alcune monete all’apparenza antiche“. Qui il caso, evidentemente una persona con l’occhio giusto, e la fortuna che si trattasse di individuo coscienzioso, ha permesso una catena virtuosa non sempre applicabile nel nostro Paese: lo scopritore avverte la soprintendenza mentre resta a sorvegliare la zona (citiamo), il funzionario archeologo competente (Lorella Alderighi) riceve le foto, le monete vengono recuperate, assieme ad “alcuni frammenti del contenitore, una piccola olla di impasto. Nei giorni successivi la Soprintendenza provvedeva ad effettuare uno scavo nell’area immediatamente circostante, con il recupero di poche altre monete allontanate in antico, come attesterebbero le fratture consunte del contenitore“. Tutto quindi molto veloce ed efficiente.

La scoperta delle monete romane a Collesalvetti (Livorno) Foto Sapab Pisa-Livorno

Le monete tardo-repubblicane sono intatte (tranne un paio), sono state restaurate e si suppone che siano praticamente tutto il contenuto del tesoretto, insomma, che non ci siano state dispersioni in oltre 2000 anni. E sono state studiate.

Usiamo il passato perchè la scoperta, comunicata oggi, è avvenuta ben un anno, cinque mesi e 26 giorni fa, il 9 novembre del 2021 e la notizia è stata tenuta segretissima. Talmente segreta e blindata che la stessa soprintendenza informa di avere già pronto il catalogo, insomma, tutto lo studio in collaborazione con il Museo di storia naturale di Livorno e il gruppo di volontari è già stato compiuto.

Questo ampio arco cronologico prima di rendere noto ai cittadini un ritrovamento di tale interesse pubblico – supponiamo – è in parte dovuto a ragioni di tutela. Immaginiamo anche che si sia voluto concludere lo studio prima di presentarlo, ma forse si è confusa la comunicazione scientifica con quella alla cittadinanza, che non dovrebbero necessariamente coincidere. L’ormai famoso tesoro di Como, ben mille solidi d’oro del tardo impero, è stato comunicato subito dopo la necessaria messa in sicurezza dello stesso.  E solo dopo un anno, come nel caso livornese, si è proceduto anche a presentare i risultati scientifici in uno studio poderoso e di grande interesse scientifico, come immaginiamo sarà anche per la scoperta toscana. Questo ha permesso un grande coinvolgimento dell’opinione pubblica, la grande partecipazione delle amministrazioni interessate, un dibattito sulla musealizzazione e un volano di interessi archeologici e di utili discussioni per tutto il territorio. Le occasioni di comunicazione si possono quindi moltiplicare in più fasi, con beneficio di tutte le parti coinvolte: archeologi, amministrazioni dello Stato, amministrazioni locali, studiosi che possono subito interessarsi in spirito di condivisione scientifica e soprattutto cittadini partecipi alla storia del proprio territorio.

GUARDA IL VIDEO DEL TESORO DI COMO:

 

La mostra, tuttavia, arriverà “a breve“, e ci si augura che a questo punto sia anche una esibizione permanente delle monete. Da  quanto emerge dal comunicato diffuso, i confronti sono stati fatti con il cosiddetto “tesoretto di Suese” e che la massima concentrazione di monete di Collesalvetti “si ha per gli anni tra il 91 e l’88 a.C. del bellum sociale in cui la massa delle coniazioni rispecchia la grande movimentazione di uomini e mezzi da parte di Roma contro la rivolta dei socii italici.”

Il lungo studio suggerisce anche un’ipotesi  molto circostanziata che dovrà ora confrontarsi con la comunità degli studiosi: “Il tesoretto potrebbe essere il risparmio di un militare impegnato già nella guerra sociale e forse anche in quella tra Silla ed i mariani. Una volta ritornato alla sua casa e ai suoi campi, avrebbe nascosto sotto un albero del vicino bosco i denari d’argento, che non sarebbe mai più tornato a recuperare”.

Tesoro romano di Como, mille solidi d’oro che gettano luce sulla fine dell’impero – Lo speciale e tutti i video

 

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