giovedì 25 Aprile 2024

Piroga monossile datata al III millennio a.C. (2774-2573) scoperta per il basso livello dei canali a Copparo (Ferrara)

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Complice la siccità, il basso livello dei canali a Copparo (Ferrara) ha fatto scoprire una piroga monossile che, datata al C14, risulta tra il 2774 e il 2573 a.C. Risalendo al III millennio è quindi un reperto molto diverso da quelli già conservati al Museo nazionale di Ferrara, tra i tanti tardo antichi, (come in quel caso) e medievali trovati nella pianura Padana.

La piroga, spiega il sito del comune di Copparo, che mostra orgogliosamente, e giustamente, la foto sulle sue pagine istituzionali, risulta essere stata scoperta da un abitante, Italo Padovani, attraverso la segnalazione all’ispettore onorario della Soprintendenza Liviano Palmonari. A questo punto la funzionaria archeologa della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara Chiara Guarnieri, “che lo ha riconosciuto come un probabile frammento di piroga“, scrive il sito stesso del comune.

Da quel momento è stato mosso un dispositivo simile a quello che ha permesso il salvataggio di due piroghe sul fiume Oglio durante la grande siccità dell’estate, e che dovrà decidere, quindi, se procedere all’intervento o lasciare l’imbarcazione protetta dal suo fango, sul sito stesso.

GUARDA IL VIDEO DELLE PIROGHE SALVATE SULL’OGLIO (un tipo di documentazione che faremmo volentieri anche a Copparo, se ci avvertono a redazione@archaeoreporter.com)

Continua il sito del comune di Copparo: “Il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara è stato fondamentale: i tecnici, guidati da Christian Formignani, sono intervenuti con un mezzo meccanico per aiutare nello scavo.
È stata quindi portata in luce una piroga monossile lunga 8,70 metri e larga 65 cm. L’imbarcazione è stata fotografata e rilevata, ma lasciata sul posto perché estremamente fragile e non in buono stato di conservazione. Si dovranno progettare le modalità dell’eventuale recupero e musealizzazione”. La comunicazione è però altrettanto importante, e non solo “a cose fatte”, per non relegare il tutto solo in ambito locale. L’archeologia è pubblica per definizione, ed è interesse comune che non sia disciplina di segreti e di riservatezza.

Ode al corrugato, ovvero quando i sottoservizi fanno gli indifferenti di fronte a un sito archeologico – Le tombe di piazza S.Michele a Volterra

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