venerdì 29 Marzo 2024

Pompei, nuovi scavi archeologici alla Regio IX: s’indagheranno 3.200 metri quadrati alla Insula X

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Si ricomincia a scavare a Pompei, in particolare alla Regio IX. Si tratta, come gran parte degli scavi più recenti, delle attività che sono partite nell’ambito del Grande Progetto Pompei, ossia la messa in sicurezza di quella specie di “linea di confine” tra la città già scavata e quella da scavare.

È quello che viene chiamato “fronte di scavo” che, nel caso di Pompei, è un vero problema di gestione anche dal punto di vista geologico e idrogeologico. Insomma, da una parte ci sono sci scavi che tutti conosciamo, dall’altra circa 15 ettari ancora da scavare e che è utile anche lasciare alle future generazioni di archeologi e delle metodologie sempre più approfondite.

Nel frattempo, per dirla semplice, serve che il fronte di scavo non crolli o si sgretoli, così lo si “ritaglia” per metterlo in sicurezza. E nel frattempo quella zona di confine viene scavata archeologicamente. Ora s’indagherà quasi un isolato (Insula X) della Regio IX, circa 3.200 metri quadrati lungo la “via di Nola”, dove già 3 anni fa si era conclusa un’altra interessante campagna di scavo, quella della casa di Orione, la casa con Giardino e il Themopolium,  sotto direzione di Massimo Osanna, ora direttore generale ai Musei al Ministero della Cultura.

QUI UNO DEGLI SCAVI RECENTI AL PARCO ARCHEOLOGICO DI POMPEI:

Quindi di nuovo, come è ormai solida abitudine per gli scavi più seri, e non solo a Pompei, ecco un folto team interdisciplinare al lavoro: archeologi, archeobotanici, vulcanologi numismatici, topografi, architetti, ingegneri e geologi.

tutti hanno chiaramente presente l’eccezionalità di uno scavo nella città vesuviana, a cominciare dal direttore  Gabriel Zuchtriegel –.Scavare a Pompei è un’enorme responsabilità . Lo scavo è un’operazione non ripetibile, quello che è scavato lo è per sempre. Perciò bisogna documentare e analizzare bene ogni reperto e tutte le relazioni stratigrafiche e pensare sin da subito a come mettere in sicurezza e restaurare quello che troviamo.”

La nuova campagna di scavo in corso a Pompei, Insula X, Regio IX (foto Parco Archeologico Pompei, come le precedenti)

Aggiungiamo le nozioni comunicate dal Parco archeologico:

Lo scavo è ancora all’inizio, ma cominciano già ad affiorare le creste murarie dei piani superiori degli edifici antichi, tra cui una casa, trasformata nelle sue ultime fasi in fullonica (lavanderia) e scavata già intorno al 1912, e una casa con forno e cella superiore. Nei livelli ancora più alti, gli archeologi hanno documentato una serie di buche praticate nel terreno in anni forse più recenti e presumibilmente funzionali all’utilizzo agricolo del terreno o forse legati alle attività di cava di lapilli che subì l’area in epoca moderna. Vedute sette-ottocentesche (v. dipinto di Jacob Philipp Hackert in allegato) mostrano come il plateau al di sopra degli scavi fosse adibito a diverse coltivazioni agricole, tra zone boscose e edifici rurali, e serre di agricoltori erano ancora presenti fino al 2015. Un paesaggio, quello storico dei decenni della riscoperta di Pompei, che il Parco vuole valorizzare e raccontare anche attraverso un altro progetto che punta alla riqualificazione delle aree verdi del sito e dei suoi dintorni. Proprio in queste settimane è in corso la procedura di selezione di un partner per la coltivazione dei vigenti del Parco nell’ambito di un partenariato pubblico-privato, che prevede l’ampliamento delle aree coltivate, e in futuro anche la messa a regime di uliveti, frutteti e orti sociali.

Nuovi scavi a Pompei, mappa dell’area di scavo all’Insula X della Regio IX

Concude Zuchtriegel: “La dimensione di una catastrofe si misura anche a seconda della possibilità di dimenticarla, di farla cadere nell’oblio  E quel paesaggio di coltivazioni, boschi e pascoli che nasce nei secoli dopo l’eruzione sul sito dell’antica città, è come un piccolo conforto rispetto alla tragedia terribile del 79 d.C. che distrusse l’intera città di Pompei in due giorni. La memoria della tragedia svaniva, la vita tornava. Tant’è vero che dopo l’inizio degli scavi, nel 1748, ci vollero 15 anni per capire che si stava scavando a Pompei e non a Stabia.” ​

I segreti dei pittori di Pompei. La grande mostra al Museo archeologico di Bologna indaga sugli autori delle pitture parietali delle città vesuviane

 

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