giovedì 25 Aprile 2024

Firenze Archeofilm, il meglio dei documentari mondiali di archeologia. Un racconto dell’umanità attraverso le sue tracce. Con uno sguardo commosso alla Turchia del terremoto

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Se noi di ArchaeoReporter sosteniamo che “non c’è nulla di più contemporaneo dell’archeologia”, la rassegna Archeofilm, Archeologia Arte e Ambiente di Firenze, giunta alla quinta edizione (da mercoledì 1 marzo a domenica 5) lo dimostra con i suoi film. Sono ben 80, di cui 39 anteprime, quelli che gli appassionati potranno gustarsi al Cinema la Compagnia (via Cavour 50 rosso, ingresso gratuito), a testimoniare l’importanza che questa manifestazione ha assunto anche a livello internazionale. Potrebbe stupire la quantità di produzioni che vengono realizzate sull’archeologia, intesa in senso lato, dove si tocca anche la sfera del paesaggio antropizzato, dell’arte, dell’antropologia, del “racconto” di storie in cui è una sorta di archeologia della mente a dominare, non necessariamente legata alle testimonianze materiali. Ma, come diciamo sempre, l’archeologia è un metodo, e non ha confini dove quel metodo viene applicato.

GUARDA ALCUNI TRAILER DI FILM PROIETTATI A FIRENZE ARCHEOFILM :

Potrebbe stupire, dicevamo, ma non abbastanza: se 80 sono i film prescelti, è solo la punta visibile della grande montagna di lavoro filmato e di montaggio che viene fatto in giro per il mondo. Una cifra su tutte: la selezione per Firenze Archeofilm è avvenuta su ben 2600 produzioni arrivate sulle scrivanie di Archeologia Viva, la storica rivista che è il motore di tutto un sistema di rassegne diffuse per mezza Italia, da Aquileia a Taormina, passando per Napoli, Varese, Grosseto, Perugia, Vieste e Como.

Ovviamente la fanta-archeologia, e quanto non abbia un fondamento scientifico, finisce subito nel cestino, quindi non c’è spazio per le varie antiche apocalissi e compagnia. Poi la mannaia cade inesorabilmente su chi non abbandona il linguaggio gergale e le involuzioni burocratico-istituzionali a favore di un registro che, pur preciso e controllato, non sia anche comprensibile. E su questo non possiamo che esserne tutti felici. Poi, però, restano tante produzioni di livello tra cui scegliere.

Certo, non tutte possono essere produzioni con budget cinematografico, anzi, aggiungiamo noi, questo sarebbe un male. Motivo per cui dal 2023 vengono incoraggiati anche i corti in un’apposita sezione. Perché senz’altro si può raccontare bene anche in una manciata di minuti, non è necessario cimentarsi solo con documentari di un’ora, e non ci sono solo prodotti commercialmente appettibili nell’ora o mezz’ora “televisiva”, lasciando a parte l’ormai raro piacere del grande schermo (ma guai a mollare in questo campo!). L’ecosistema digitale ci sta portando sempre più verso nuovi formati, a volte naturalmente ibridi, a volte legati a scelte estetico-tecnologiche, basti pensare al per noi maledetto formato verticale “causa social”, con cui però bisogna dialogare, magari cogliendone le opportunità.

Lo stesso vale per i tempi di visualizzazione, di sviluppo del messaggio, di capacità di “misurazione” puntuale della fruizione del prodotto-video permesso dagli strumenti di analisi del web, che spesso non vive da solo ma contestualizzato in quello che chiamiamo non “nuovi media” ma, appunto, più corretamente “ecosistema”.

L’archeologia ha un sistema di ricerca e di divulgazione abbastanza forte, nel senso che a monte di una scoperta archeologica c’è sempre un gruppo di lavoro che, dopo aver fatto le proprie ricerche vuol farle conoscere – ci racconta il direttore di Archeologia Viva Piero Pruneti, spiegandoci per quale motivo si produca così tanto – Questa volontà di disseminazione si esprime attraverso pubblicazioni e attraverso il cinema. Non è stato sempre così, evidentemente. Abbiamo notato che la divulgazione dell’archeologia con questo mezzo è diventata esponenziale perchè, in passato, non avevamo una tale quantità a disposizione. Ovvio che ci siano più canali di presentazione, a cominciare proprio dal nostro Archeofilm

Un valore aggiunto, d’altronde, è quello di trovarsi in un ambiente, se non competitivo, almeno stimolante per i confronti tra tante produzioni diverse: “I festival sono utilissimi proprio per quello, per un confronto, per indicare le metodologie della comunicazione verso il grande pubblico, a cui tutto deve essere mirato“. Insomma, le produzioni a Firenze sono destinate anche ad essere dei tutorial per quelle future.

L’archeologia è diventata patrimonio mondiale anche in paesi che non hanno grandi mezzi – continua Pruneti – Tutti cercano di promuoverla attraverso gli strumenti della ricerca archeologica, che resta la base del turismo culturale. Il patrimonio archeologico fa d’altronde parte della storia più ‘intima’ di ciascun popolo. È un sistema sinergico che approda alla documentazione cinematografica in maniera sistematica“.

Ecco una parola chiave, oltre alla disseminazione di conoscenza, ossia “documentazione“. Non è quella scientifica, che viaggia su altri parametri e processi, ma quella, appunto, che unisce l’oggetto-soggetto del film al suo contesto ambientale, umano, temporale.

In questo frangente la terribile catastrofe del terremoto in Turchia e in Siria ha portato in primo piano, doverosamente, i sei film turchi che si possono vedere a Firenze, di cui cinque sono anteprime. È un omaggio a una delle regioni del mondo più ricche archeologicamente, dal punto di vista delle testimonianze materiali e delle connessioni attraverso Asia, Africa e Europa mediterranea, oltre che una testimonianza commovente. Stone Hills (Taş Tepeler) di Ahmet Biki, ad esempio racconta delle ricerche sul sito di Karahantepe, vicinissimo all’epicentro. “scoperta per la prima volta nel 1997, ha un’importanza archeologica pari a quella di Göbeklitepe – ci racconta la presentazione – Siamo in Turchia, a 55 chilometri dal centro di Sanlıurfa, e nell’area si trovano 250 obelischi a forma di “T” appartenenti al Neolitico”.

Ci sembra opportuno, qui in calce dopo il trailer ufficiale, riportare proprio un estratto del programma con i film turchi. Un piccolo mattone per la ripartenza necessaria dopo l’immenso dolore.

 

Giovedì 2 marzo pomeriggio

prima nazionale
Looking into Helenistic Pergamon
Nazione: Turchia – Regia: Serdar Yılmaz – Durata: 5’ – Anno: 2022 – Produzione: Serdar Yılmaz, Ufuk Soyöz
Lingua: italiano
Pergamo fu uno dei primi regni emergenti del mondo ellenistico. I governanti progettarono la città quasi come un palcoscenico per ospitare i rituali religiosi. Questi rituali furono rimodellati in età ellenistica per accogliere cerimonie legate alla regalità. Prima dei re ellenistici, il mondo greco nel periodo classico era governato dalla democrazia. Lo spettacolo più importante per la democrazia era la danza circolare.

Giovedì 2 marzo pomeriggio

prima assoluta
One fine day in Troy
Nazione: Turchia – Regia: Ülkü Sönmez – Durata: 28’ – Anno: 2022 – Produzione: Ülkü Sönmez – Consulenza scientifica: Rüstem Aslan
Lingua: italiano
Il film si concentra sugli scavi dell’antica città di Troia, che risale al 3500 a.C., dal punto di vista degli stessi archeologi che lavorano sul sito. Mostra al contempo quale sia la vita quotidiana all’interno del Museo di Troia che sorge proprio accanto al sito.

ore 10.00
prima nazionale
Kadini
Nazione: Turchia – Regia: Eren Aybars Arpack – Durata: 13’ – Anno: 2022 – Produzione: Eren Aybars Arpack, Ender Usuloğlu – Consulenza scientifica: Gökhan Aydn
Lingua: turco – Sottotitoli: inglese
La grotta di Kadıini, in Turchia, è una un luogo ricco di conformazioni e biodiversità. L’antro presenta anche una necropoli del 3000 a.C. Grazie all’ultima spedizione speleologica scopriamo che si tratta di una grotta attiva e non di una grotta fossile, come si era sempre pensato.

ore 12.00
Gordion’s Shepherds
Nazione: Turchia – Regia: Kadir Uluç – Durata: 20’ – Anno: 2022 – Produzione: Kadim Koç – Consulenza scientifica: Brian Rose, Ayse Selzman
Lingua: turco – Sottotitoli: inglese
L’antica città di Gordion, in Anatolia, ha una storia che risale al 1200 a.C. Per migliaia di anni i suoi abitanti sono stati i pastori e le loro mandrie. Il film racconta una routine immutata dentro e intorno all’antica città.

Sabato 4 pomeriggio

prima nazionale
Water is Life
Nazione: Turchia – Regia: Anıl Gök – Durata: 5’ – Anno: 2020 – Produzione: Anıl Gök
Lingua: senza parlato
L’incredibile storia di alcune persone che portano acqua, l’ancora di salvezza, ai pesci che cercando di sopravvivere in un lago prosciugato della Turchia…

Il programma generale: https://www.firenzearcheofilm.it/programma-in-sintesi-2023/

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