venerdì 22 Settembre 2023

Tre capolavori dalla Basilica di Sant’Antonio nella super-mostra su Donatello del Victoria and Albert Museum di Londra

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Il “Trittico di Donatello” si conclude in bellezza a Londra: Il Crocifisso, Il Miracolo della Mula e l’Imago Pietatis di Donatello, fondamentali opere del maestro fiorentino alla Basilica del Santo di Padova, sono infatti protagoniste assolute della grande mostra al Victoria and Albert Museum , intitolata Sculpting the Renaissance (Scolpire il Rinascimento).

Si tratta dell’ultima tappa del ciclo di tre eccezionali appuntamenti con la scultura di uno dei grandi protagonisti dell’arte italiana. Le precedenti occasioni erano state, con il titolo di ”Donatello – L’Inventore del Rinascimento”, a Firenze (Palazzo Strozzi e al Museo Nazionale del Bargello, curata da Francesco Caglioti) e ai Musei Nazionali di Berlino, a cura di Neville Rowley, responsabile di arte italiana antica e della relativa collezione di scultura presso la Gemäldegalerie, insieme allo stesso Caglioti, Laura Cavazzini e Aldo Galli.

GUARDA IL VIDEO DELLA MOSTRA SU DONATELLO AL VICTORIA AND ALBERT MUSEUM:

La mostra aveva vinto il prestigioso Apollo Award negli Stati Uniti come la migliore del 2022 a livello mondiale, ed era stata ritenuta in assoluto la migliore dell’anno anche da Il Giornale dell’Arte.

Quella di Londra è un po’ diversa, sia in alcune opere, certamente nella narrazione e in parte anche nelle finalità: la curatrice è Peta Motture, che ha potuto integrare il percorso espositivo con altre opere, provenienti dalle collezioni britanniche,ritiene che “Donatello, benchè sia una figura essenziale dell’arte occidentale, non è conosciuto dal pubblico britannico come ad esempio un Michelangelo, ma anche un Rodin. Questa è quindi una grande occazione per allargare la fama di Donatello“. Tra l’altro nel museo che, fuori d’Italia, ha il maggior numero di sculture rinascimentali italiane

Parlavamo di nuova narrazione: ad esempio il Miracolo della Mula dalla Basilica di Sant’Antonio è stato accostato ad un importante disegno preparatorio della Cappella Ovetari (agli Eremitani) di Andrea Mantegna, dal British Museum. L’idea curatoriale è che si notino molto bene, nel disegno, gli accorpamenti delle figure, molto simili a quelle dei rilievi di Donatello, ed anche il punto di vista della scena, e l’organizzazione spaziale

Per la prima volta le nuove sale espositive del Victoria and Albert Museum hanno utilizzato, oltre all’impianto di illuminazione, anche i finestroni aperti alla luce naturale, opportunamente filtrata, per valorizzare ulteriormente le sculture in tutti i loro particolari.

L’idea di fondo che caratterizza questa mostra è quella di aprire una discussione su quali collaborazioni avesse Donatello, in relazione alla sua capacità di innovazione e alla sua ispirazione artistica. In questo percorso il ruolo di Padova è assolutamente cruciale. Quando si trasferisce in città nel 1443, restandoci per un decennio, raggiunge il vertice della sua evoluzione artistica e del suo impatto nell’arte di tutta l’Italia settentrionaleracconta la curatrice Peta MottureIl clima intellettuale a Padova era per lui stimolante, soprattutto per la presenza della bottega di Francesco Squarcione. Tanto che Donatello si avvalse della collaborazione di alcuni allievi dello stesso Squarcione per le proprie committenze padovane

Con il Crocifisso di Donatello al Santo si può notare la differenza, ad esempio, da quello precedente di Santa Croce a Firenze. A Padova l’artista trasforma il Cristo. Sente di certo un pathos che si porta dietro dal Medioevo, ma gli conferisce anche naturalismo e intensità. Una delle caratteristiche di Donatello, in particolare a Padova, è la sua capacità di ispirare devozione e di attingere dalle emozioni umane. Tutto questo interpretando la necessità di offrire opere adatte all’insegnamento verso i fedeli da parte della Chiesa

La mostra londinese terminerà l’11 giugno e le opere faranno quindi ritorno in Basilica. I bronzi prestati sono stati seguiti in ogni fase della movimentazione e durante gli allestimenti espositivi da restauratori incaricati dalla Delegazione Pontificia e dal Ministero della Cultura, che hanno monitorato passo a passo la sicurezza e lo “stato di salute” dei capolavori.

La Delegazione Pontificia esprime soddisfazione per questa grande operazione culturale di respiro internazionale, che ha permesso un approccio all’opera di Donatello in sedi di sicuro prestigio, allargando la conoscenza e gli studi dell’opera del grande maestro del Rinascimento. Una conoscenza che, attraverso centinaia di migliaia di visitatori in tre delle capitali culturali d’Europa, rendono il giusto risalto ai tesori di arte e di fede custoditi nella Basilica del Santo.

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