venerdì 29 Marzo 2024

La scomparsa del professor Alberto Broglio: ha formato generazioni di archeologi della preistoria

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È scomparso a 92 anni il professor Alberto Broglio, già ordinario di Paleontologia umana all’Università di Ferrara e ritenuto uno dei grandi docenti per generazioni di archeologi dediti alla preistoria. Molti di questi hanno ben presente il manuale “Introduzione al Paleolitico” che rappresentava una base di studio per chi si avvicinasse alle dinamiche della comparsa del genere umano e del diffondersi delle sue culture

“Viene a mancare un luminare della Preistoria italiana, studioso del Paleolitico superiore, promotore di ricerche di rilevanza internazionale, formatore di generazioni di studiosi all’Università di Ferrara”, dichiara Marco Peresani, professore ordinario di Ecologia preistorica e culture del Paleolitico al Dipartimento di Studi Umanistici dello stesso ateneo.

Partito dal suo altopiano di Asiago, per la verità con una laurea in Giurisprudenza e passando in seguito alla sua vera passione, ha lasciato il segno con una mole impressionante di pubblicazioni e di lavori sul campo.

Lo si ritrova al Molino Casarotto di Fimon tra il 1969 ed il 1972 assieme al professor Lawrence Barfield dell’università di Birmingham, a San Bernardino sui Monti Berici, al riparo del Broion, alla celebre grotta di Fumane. Diventò dapprima assistente di Piero Leonardi, per poi continuare a crescere nella ricerca e nell’insegnamento, a dispetto di quella curiosa laurea in legge iniziale.

I funerali si terranno mercoledì 22 febbraio alle ore 10,00 nel Duomo di Vicenza.

Un comunicato con il ricordo dell’Università di Ferrara:

È venuto a mancare all’affetto dei suoi cari, della comunità scientifica e dell’Ateneo tutto, Alberto Broglio, già professore emerito dell’Università di Ferrara e docente di Paleontologia Umana.

La sua scomparsa segna un grave lutto per il nostro Ateneo. La Rettrice Laura Ramaciotti, a nome suo personale e di tutta la comunità universitaria, esprime ai familiari il più vivo e sentito cordoglio.

Il ricordo del gruppo di lavoro sulla preistoria e sull’evoluzione umana

La scomparsa, avvenuta questo venerdì del Professore Emerito Alberto Broglio induce a un profondo raccoglimento attorno a una figura di eccezionale profilo scientifico, mente costantemente lucida e reattiva nei confronti di ogni avanzamento compiuto nel campo della Paletnologia, dell’Archeologia preistorica e della Paleoantropologia.

Attraverso le sue ricerche, il Prof. Alberto Broglio, cattedratico di Paleontologia Umana all’Università di Ferrara dal 1973 al 2006, ha fornito un fondamentale contributo agli studi sull’umanità del Pleistocene e del primo Olocene. A partire dalla seconda metà degli anni ’50 sotto la guida del Prof. Piero Leonardi, egli si rese protagonista della scoperta di siti archeologici di eccezionale valore scientifico, riferibili ai neandertaliani del Paleolitico medio più recente e ai sapiens del Paleolitico superiore e del Mesolitico nel Veneto, Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia Giulia e Marche.

Vanno ricordate le scoperte dei primi insediamenti tardopaleolitici e mesolitici delle Alpi italiane orientali, documenti inconfutabili della colonizzazione umana della regione alpina al termine dell’ultima glaciazione. Si aggiungano le grotte, che hanno restituito testimonianze uniche, riconducibili alla sussistenza, alle culture e all’organizzazione delle prime comunità di sapiens e delle ultime popolazioni neandertaliane. Tra tutti, si citano il Riparo Tagliente e la Grotta di Fumane nella Lessinia, la Grotta del Brojon nei Colli Berici e il Riparo Villabruna nel Feltrino, archivi di caratura internazionale attorno ai quali il Prof. Alberto Broglio ha costruito e formato ricercatori e docenti, coltivando una mai doma passione giovanile per l’esplorazione archeologica e la ricerca interdisciplinare.

Direttore di Istituto, Direttore di Dipartimento e Presidente di Consiglio di Corso di Laurea nell’ambito della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, il Prof. Alberto Broglio ha anche tenuto l’insegnamento di Paletnologia all’Università di Trento, in coerenza con i solidi rapporti intessuti, sin dagli anni ’60, con l’amico Prof. Bernardo Bagolini e con il Museo Tridentino di Scienze Naturali, attuale Museo delle Scienze, per il quale figura conservatore onorario.

È stato membro dell’Academie Internationale de Prehistoire et Protohistoire e del Consiglio Permanente della Union Internationale des Sciences Préhistoriques et Protohistoriques, presiedendo la VIII Commissione Paléolithique supérieur. La sua caratura internazionale è testimoniata inoltre dalle innumerevoli partecipazioni a congressi, dalle numerosissime pubblicazioni scientifiche, dai manuali redatti anche in collaborazione con colleghi europei, dal coinvolgimento nei programmi di formazione accademica di massimo livello presso Università francesi e dalla partecipazione a comitati scientifici di riviste europee.

Ha fatto parte del Consiglio Direttivo dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria. È stato corrispondente dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti e membro dell’Accademia Olimpica di Vicenza e dell’Accademia delle Scienze di Ferrara.  Ha inoltre ricoperto la carica di vicepresidente della Fondazione CariVerona.

Alla sua fervente attività sul piano scientifico interdisciplinare si affiancavano una vivace curiosità nel campo delle metodologie della ricerca archeologica, paleoantropologica e paleoecologica, una costante attenzione all’affinamento della formazione accademica a vantaggio di generazioni di studiosi e una propensione a disseminare le conoscenze scientifiche nella società civile.

In questo momento nel quale gli eventi si accompagnano alla tristezza, al Prof. Alberto Broglio va il pensiero degli studiosi, dei docenti, dei giovani ricercatori e degli studenti della Sezione di Scienze Preistoriche e Antropologiche del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara.

 

Un estratto dal suo lungo curriculum, in particolare sugli scavi da lui condotti:

In Alto Adige: Siti tardopaleolitici o mesolitici del Sas dl Moro (Plan de Frea, Alta Valgardena, 1930 m), del Cionstoan (Alpe di Siusi, 1850 m), del Passo Occlini (2000 m).
In Trentino: siti mesolitici di Vatte di Zambana, di Romagnano III e di Pradestel in Val d’Adige; siti protostorici del Ciaslir del M.Ozol in Val di Non, del Castelir di Bellamonte in Val Travignolo e di Serso di Pergine.
Nei Monti Lessini (Verona): siti paleolitici del Riparo Tagliente (Valpantena), del Riparo Soman (Val d’Adige) e della Grotta di Fumane (Valpolicella).
Nei Colli Berici (Vicenza): siti paleolitici della Grotta di San Bernardino, della Grotta del Broion, del Riparo del Broion, della grotta di Trene e della Grotta di Paina; sito mesolitico della Grottina dei Covoloni del Broion; insediamento perilacustre neolitico di Molino Casarotto nelle Valli di Fimon.
Nell’Altipiano di Asiago (Vicenza): siti paleolitici del Riparo Battaglia e di Val Lastari; siti mesolitici di Cima XII.
Nelle Dolomiti Bellunesi: siti paleolitici dei Ripari Villabruna nella Valle del Cismon e del Monte Avena. Nel Friuli: siti paleolitici delle Grotte Verdi di Pradis e di Piancavallo; sito neolitico di Fagnigola. 
Nelle Marche: siti paleolitici di Monte Conero, della Grotta della Ferrovia (Gola di Frasassi) e di Ponte di Pietra (Arcevia).Delle sue pubblicazioni, alcune hanno scopi didattici e trattano della preistoria antica (pubblicazioni n. 16, 35, 83, 87, 97, 111). Di esse è particolarmente impegnativa la sintesi sul Paleolitico e sul Mesolitico scritta in collaborazione col Prof. J.K.Kozlowski (87). Altre sono dedicate alla metodologia della ricerca e in particolare alla tipologia del Mesolitico (68) e all’interpretazione delle evidenze archeologiche negli scavi delle paleosuperfici (88, 94, 108).

Svante Pääbo, premio Nobel per la Medicina: 5 motivi per cui paleogenetica e archeologia gli devono molto. Il ruolo della Grotta di Fumane

 

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