venerdì 19 Aprile 2024

I miti di Roma ritrovati dall’archeologia in pianura Padana: una mostra sugli affreschi delle domus di Cremona distrutti dalla battaglia

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Un ritrovamento archeologico alla volta, un pezzo alla volta, e le sparse testimonianze materiali delle ricche domus romane di Cremona ricompaiono per darci almeno un simulacro della ricchezza delle abitazioni prima della grande battaglia, nel 69 d.C., in quello che è passato alla storia come “L’anno dei quattro imperatori“.

Stiamo parlando più che altro del sacco e degli incendi a cui venne sottoposta la città dalle truppe di Vespasiano. Nel corso di quell’anno si erano combattute due aspre battaglie poco distante, a Bedriaco (identificata di solito con Calvatone, a una ventina di chilometri). Nella prima Vitellio salì al potere, sconfiggendo Otone. Nella seconda iniziò la parabola discendente, che lo vide soccombere di fronte ai partigiani di Vespasiano. Il saccheggio, ci raccontano gli storici, fu brutale, con cataste di corpi a raggiungere i tetti degli edifici (Plutarco) calcando sulle immagini della violenza.

Al Museo del Violino si è aperta una mostra che, fino al 21 maggio 2023, mette assieme, per la prima volta, molti di questi frammenti, migliaia e migliaia, ritrovati negli scavi degli ultimi vent’anni. Si sono cercate le connessioni tra i vari pezzi, proposte integrazioni, restaurato il restaurabile. Si sono così ritrovare alcuni dei soggetti delle scene affrescate, restituiti in modo frammentario, ma affascinante, alla visione.

La mostra ha un titolo non certo immediatamente “assimilabile”: “Pictura Tacitum poema”, con un sottotitolo più didascalico. “Miti e paesaggi dipinti nelle domus di Cremona”. L’alto riferimento letterario è a Cicerone (“Si poema loquens pictura est, pictura tacitum poema esse debet”, ossia “se la poesia è una pittura parlante, la pittura dev’essere una poesia silenziosa”). Certo, scelta non immediata, comunque stimolante.

Le curatrici, che sono Nicoletta Cecchini, Elena Mariani, Marina Volonté, scrivono nella presentazione che, da vedere, ci sono per esempio gli affreschi della “Stanza di Arianna” dalla Domus del Ninfeo.

Le pitture parietali distrutte durante il saccheggio, di epoca augustea, raccontano “momenti del mito cretese: prima abbandonata da Teseo dopo l’impresa dell’uccisione del Minotauro, in seguito scoperta da Dioniso addormentata sulla spiaggia dell’isola di Nasso, Arianna appare infine sposa trionfante del dio stesso.
Le pitture ritrovate nel 2002 negli scavi di piazza Marconi, e in quelli successivi, testimoniano di una raffinata cultura artistica e, insieme, le tante storie della casa e le passioni dei suoi proprietari.
Accanto al tema di Arianna – continuano le curatrici – gli affreschi cremonesi riportano a quelli del culto dei lari ed evidenziano un gusto per l’Egitto, entrambi temi ben rappresentati negli affreschi della Domus di Candelabri dorati, altra sfarzosa residenza cremonese oggetto della mostra. Al larario dipinto sulle pareti di questa domus vengono affiancati in mostra preziosi bronzetti votivi dall’Archeologico di Mantova, e Lari da quello di Ostia insieme a un dipinto con il medesimo soggetto da Pompei. Così come il fregio cremonese con nani e pigmei viene raffrontato a una analoga raffigurazione da Ostia. Le rappresentazioni di gusto nilotico ci raccontano di come, già in epoca antica, il fascino della civiltà egizia riscuotesse ampio seguito. Anche qui un importante raffronto con reperti egizi concessi dall’Archeologico di Firenze”

Dioniso appare ad Arianna. Affresco Da Pompei, Casa dei Capitelli colorati o Casa di Arianna Napoli, Museo Archeologico Nazionale. In mostra a Cremona

Per apprezzare l’importanza di Cremona in età romana, centro strategico per controllare l’Italia Settentrionale, il Museo Archeologico in San Lorenzo resta fondamentale. Fare un uno-due dopo aver visitato la mostra sembrerebbe il minimo.

Informazioni:
www.musei.comune.cremona.it

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