venerdì 19 Aprile 2024

Scuola di Archeologia di Siracusa: riapre un’eccellenza dell’università di Catania “stratificata” in un secolo di storia

In Evidenza

Paolo Orsi giganteggia in bianco e nero nella sede della Scuola di Archeologia di Siracusa. Orsi rappresenta un po’ il tipo ideale di archeologo e funzionario a cavallo tra Ottocento e Novecento. Un archeologo che riuscì a “fare” molto dove lavorò, soprattutto al Sud, e soprattutto in Sicilia, dove diede il massimo delle sue tante energie professionali. Lui che era di Rovereto (1859-1935), città italianissima ma ai tempi centro di confine sotto il dominio asburgico, e che volle con forza essere cittadino del Regno d’Italia, quando ancora la città era ben lontana dall’essere unita alla Penisola dal punto di vista politico.Siracusa gli deve molto, e lui molto dovette alla più imponente città greca d’Occidente, che gli dedica anche il suo importantissimo Museo Archeologico. La Scuola di Archeologia dell’università di Catania, che proprio quest’anno festeggia in secolo di vita, ha quindi riaperto nella sua sede prestigiosa di Palazzo Chiaramonte a Siracusa.

Fu infatti fondata nel 1923, la seconda in ordine di tempo dopo la Scuola Archeologica Italiana di Atene, ed ebbe momenti di grande fervore didattico uniti a periodi di oblio, come per esempio l’ultimo quindicennio. Ora l’università di Catania la riapre, in uno dei luoghi simbolo dell’archeologia mondiale. Può avvalersi di locali rinnovati e di una foresteria, perchè il contatto tra gli studenti e la scuola stessa sia ancora più stretto, quasi “integrale”. È naturale che lo sguardo serio di Paolo Orsi si posi su questa istituzione, che gli rende omaggio assieme ad altri benemeriti, tra cui la stessa professoressa Giuseppina Pistone, che donò all’ateneo questo palazzo del XIV secolo a due passi dal duomo di Siracusa. Che, come tutti sanno, altro non è che il tempio dorico ad Atena trasformato, stratificato, nell’imponente chiesa cristiana nel cuore dell’isola di Ortigia. Stratificata è, in fondo, la storia stessa della Scuola di Archeologia, come ricorda il nostro servizio.

GUARDA IL VIDEO:

 

“Questo gioiello del XIV secolo torna così ad essere il luogo primario delle attività didattiche e scientifiche della Scuola di Archeologia, ispirata agli obiettivi di conoscenza, valorizzazione e innovazione – ha dichiarato il direttore della scuola, il professor Daniele Malfitana – ma sarà contemporaneamente uno spazio che la comunità di dell’università di Catania a Siracusa potrà utilizzare anche per seminari, convegni, manifestazioni e altre iniziative culturali. Un traguardo possibile grazie a un importante lavoro di squadra all’interno dell’ateneo e al convinto supporto dell’amministrazione siracusana”.

A dimostrare quanto la Scuola di Specializzazione in beni archeologici di Catania sia ben operativa, prima della riapertura, nell’attiguo Palazzo Comunale, il rettore Francesco Priolo e gli altri professori hanno consegnato i diplomi a otto studenti, che ricordiamo volentieri con i loro nomi: Ornella Cravotta, Giovanni D’Elia, Anna Maria De Luca, Alessia Ferrara, Francesca Florio, Antonio Messina, Agostino Moscato e Salvatore Passanisi. La fine di un lungo percorso di sette anni di studio in cui, guardando al passato, dovranno dimostrare di essere stati preparati per quella che noi di ArchaeoReporter definiamo come la più contemporanea delle discipline umanistiche, e dimostrare quanto la Scuola di Specializzazione abbia effettivamente capito – come possiamo testimoniare seguendo le loro ricerche – quanto l’archeologia sia una sorta di hub interpretativo di tante discipline scientifiche e umanistiche che concorrono alla conoscenza delle testimonianze materiali dell’Antropocene.

ECCO UNA RICERCA DELL’UNIVERSITÀ DI CATANIA A PORTOPALO DI CAPO PASSERO:

All’origine delle tonnare siciliane: il progetto archeologico internazionale Archeofish, tra garum e salsamenta

 

Altri articoli

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

News