Il professor Marco Rendeli è scomparso la scorsa notte, dopo un malore, nella sua casa di Sorso (Sassari). Archeologo tra i più apprezzati da colleghi e studenti, era professore del dipartimento di Storia, Scienze dell’uomo e della formazione dell’Università di Sassari. Aveva già preparato, leggiamo sulla stampa locale, la sua ultima conferenza, dal titolo “Gente che viene, gente che va. La Sardegna dell’età del Ferro”. Purtroppo non ha fatto in tempo a tenerla a Porto Torres, dove era atteso giovedì 17 novembre.
Aveva 62 anni, e la morte lo ha colto nel pieno della sua attività professionale, che tutti conoscevano come inesauribile, profonda, dai molteplici interessi, come appare dalle centinaia di ricordi già apparsi sui social. Il direttore del Museo Etrusco di Villa Giulia, Valentino Nizzo, ad asempio scrive “Simpatico, provocatorio, ironico, istrionico, controcorrente, tanti sono gli aggettivi che potrebbero essere usati per descrivere Marco Rendeli, nza alcuna pretesa di definirlo. Marco non era un cavallo che si poteva imbrigliare in una definizione. Basta fare una ricerca col suo nome per trovarne la prova in tante immagini, alcune scelte da lui stesso per profili accademici ufficiali (una celebre dove fa la linguaccia ndr). Ma la ricerca produrrà anche tanti risultati che danno idea dell’ampiezza della sua produzione e dei suoi interessi in grado di spaziare dall’Etruria alla Sardegna, dalla cultura materiale ai processi di formazione urbana. Il tutto sempre con grande intelligenza, originalità e quella visione aperta che è propria di chi sa fare ricerca spigendosi oltre le frontiere consuete per esplorare sempre nuovi orizzonti. I suoi scavi a Sant’Imbenia sono un esempio e una eredità di enorme rilevanza per la conoscenza del Mediterraneo preromano“.
“La notizia della morte improvvisa di Marco Rendeli ci ha colti impreparati e ci lascia una grande tristezza – scrive nel suo profilo la Soprintendenza di Cagliari – Archeologo di spiccato acume e dai molti interessi ha collaborato lungamente con questo Istituto, dalla ricognizione archeologica condotta a Nora fino al recente convegno “Al di là del mare. Etruria e Sardegna in mille anni di storia” tenutosi a Barumini qualche settimana fa.
La Soprintendenza perde un prezioso collaboratore all’azione di tutela, valorizzazione e comunicazione del patrimonio culturale. Come persone perdiamo un collega stimolante, competente e generoso, ma soprattutto un amico con cui abbiamo condiviso ricerche e attività, che sapeva unire come pochi professionalità, simpatia e ironia”.
“Un’altra giornata nera per noi e per Nora – scrivono sulla pagina del Progetto Nora dell’Università di Padova, riferendosi alla recentissima scomparsa del giovane archeologo Luca Restelli – Inattesa ci ha colto la tragica notizia del decesso del compagno di tante avventure norensi Marco Rendeli.
Coordinatore della ricognizione del territorio, raffinato lettore dei materiali e delle fasi arcaiche, entusiasta animatore delle campagne di scavo per tanti anni.
Anche per te la terra sia lieve”.
“Marco riesco a pensarti solo così, sorridente nella tua Sant’Imbenia in mezzo agli abbracci dei tuoi studenti e collaboratori- scrive l’archeologo Marco Minoja, attuale direttore del settore cultura del comune di Milano – C’è tanto sgomento e incredulità: la sensazione di avere perso tutti un pezzettino di intelligenza, di simpatia, di affetto, di abbracci forti, come quello di giovedì quando ci siamo salutati a Cagliari. Non so se sia lecito pensarlo, ma in questo momento è proprio quel tuo sorriso che hai lasciato in dono a molti e che molti hanno vivo nel cuore a rendere più accettabile la tua scomparsa.
Buon viaggio Marco, che sia su una navicella nuragica o su una nave di quei pirati dei nostri Tirreni…”
Collega, amico, mentore. Ne abbiamo raccolti solo quattro come esempio, ma si potrebbe proseguire molto con i messaggi di chi lo aveva conosciuto, di chi aveva studiato e lavorato con lui.