sabato 3 Giugno 2023

Anfiteatro di Volterra, a che punto siamo? Le ultime scoperte archeologiche 2022 – Con VIDEO

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Le ultime scoperte archeologiche dell’Anfiteatro di Volterra si sono concentrate soprattutto sullo scavo della prima parte della galleria sotterranea, scendendo fino a meno nove metri dal piano di campagna. Il 2022 ha visto quindi lo svuotamento di camion interi di metri cubi di fango, che si erano riversati nei secoli nella parte sotterranea della struttura, che appare finora in perfetta efficienza e in ottimo stato di conservazione. Ovviamente non si tratta di uno “sterro”, ma di uno scavo archeologico.

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Reperti rari “scesi dalla collina”

I vani sono sì pieni di materiale di colluvio sceso dalla soprastante collina, ma devono essere comunque scavati archeologicamente. Cosa ci raccontano della storia dell’anfiteatro? Poco, perchè si tratta di materiale arrivato con l’acqua e non nella sua giacitura originaria: solo così si spiegano ceramiche del IV secolo a.C., carcasse di asini, laterizi vari, un bellissimo aes grave etrusco, ossia una grande moneta di bronzo (con la testa di Culsans-Giano e la clava, e il nome di Velathri, Volterra, in chiara evidenza). Tuttavia questi reperti ci raccontano, e molto, del territorio circostante, tombe, abitazioni e chissà quant’altro, le cui tracce si sono concentrate nel grande “catino” rappresentato dalla vallecola che l’anfiteatro occupa praticamente per intero.

Le prossime stagioni dovranno pertanto proseguire verso altri ambienti dei sotterranei, già individuati (per esempio un vano di circa 4 x 4 metri), sia verso il centro dell’arena, sia verso la collina che sale fino alla città attuale.

I sotterranei dell’anfiteatro di Volterra alla fine dalla stagione di scavo 2022

Elena Sorge, la funzionaria della Soprintendenza di Pisa e Livorno che dirige lo scavo fin dal primo colpo di piccone (meglio, di benna, date le migliaia di metri cubi di terra da rimuovere), la ritiene una stagione interlocutoria, per arrivare, con molti dati in mano, a quella che sarà la lunghissima stagione prossima, destinata a concludersi solo quando il monumento verrà totalmente messo in luce. Nel frattempo ci sono il fronte scientifico (con molti team multidisciplinari al lavoro, a cominciare da quelli dell Istituto di Scienze del Patrimonio Culurale del CNR) e quello tecnico in piena operatività. Per esempio, cosa non da poco, il comune di Volterra dovrà deviare una parte della fogna cittadina (grazie a fondi privati), che il destino ha voluto – un po’ prosaicamente – far passare proprio dove sotto si dovrebbero trovare le gradinate dell’anfiteatro stesso. Da quel momento in poi il cantiere si dovrà muovere a settori, per evitare di intrappolarsi nella stretta valle del monumento che non lascia neppure un metro libero per piste camionabili all’esterno. Un grande lavoro di programmazione, già iniziato quest’anno con l’abbassamento di due metri del piano di campagna circostante (che in alcuni casi è ben 13 metri al di sopra delle strutture). Poi la messa in sicurezza geologica della collina, la stabilizzazione e il restauro delle strutture murarie, gli accorgimenti di protezione per i tanti archeologi e professionisti che dovranno lavorarci. Al punto che l’Inail ha voluto fare del cantiere di Volterra un caso di studio per trovare e trasmettere buone pratiche di sicurezza in campo archeologico, attraverso un’apposita collaborazione.

Un laboratorio per studiare l’edilizia romana di età imperiale

Nel frattempo, come accennato, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, attraverso il suo ISPC di Firenze, sta compiendo un completo rilievo scientifico del monumento, ad opera di Giorgio Pocobelli, mentre le geologhe ricercatrici Emma Cantisani e Silvia Vettori studiano le malte del grande edificio: composizione, tenacia, stato di conservazione. Da un lato tutti elementi utili al fine del grande restauro a cui dovrà essere sottoposto l’edificio, esposto agli agenti atmosferici per la prima volta in circa due millenni. Inoltre, questi dati andranno ad arricchire la storia edilizia dell’anfiteatro stesso: le malte, ad esempio, sono realizzate con materiale locale, quindi ben diverse da quanto si possa trovare per altri analoghi siti. In pratica un grande laboratorio per studiare le tecniche edilizie romane nel dettaglio, alla luce delle differenze locali e della grande adattabilità richieste dall’ambiente composito su cui era nato il monumento di Volterra. Strutture in parte “ancorate” alla roccia scavata del colle, il famoso “panchino”, arenaria della zona,  in altri casi costruite con i laterizi.

Monete etrusche: l’aes grave scavato nel 2022 all’anfiteatro di Volterra

La struttura appare chiara: su tre ordini, con le grandi celle dei carceres, i vani quadrangolari di sostegno del grande edificio, con la sua ellissi da 65 x 82 metri. Qualche accenno di gradinata, nella parte sud, l’arena già raggiunta al centro (di media a 8 metri di profondità), maestosi corridoi ancora ben leggibili, il grande arco di pietra all’ingresso della galleria, grandi nicchie e interessanti lastre ornamentali da studiare.

Cosa deve essere ancora scavato dell’anfiteatro di Volterra

Ma molto deve ancora emergere dallo scavo stratigrafico, che permette di “fare archeologia” moderna in uno scavo di una struttura di queste dimensioni, prima totalmente ignota agli archeologi e anche alle fonti, se si esclude una carta cittadina del XVIII secolo di Domenico Vadorini, piuttosto discussa riguardo alla sua fedeltà (a questo link l’articolo sulle fonti). Non abbiamo quindi molto chiaro l’aspetto finale del sito quando si arriverà a fine 2023; di sicuro sarà molto diverso, e lo sguardo potrà abbracciare l’anfiteatro nella sua totalità, anche se l’ultima parte, che si preannuncia molto interessante, sarà proprio lo scavo dei sotterranei ancora da indagare.

Molto bisogna quindi comprendere: si inizia ad avere un’idea sulla fine del monumento, delle sue fasi di abbandono e ad intuire qualcosa sulla sua spoliazione. Ma non si sa ancora quasi nulla di quando l’edificio svolgeva la sua funzione originale, insomma, di quando l’anfiteatro faceva ancora l’anfiteatro “di mestiere”. Reperti, epigrafi e altre sorprese, nelle prossime stagioni, sono invitate a farsi avanti e dare una mano agli archeologi.

L’Anfiteatro romano di Volterra, scavi 2021: video dal drone

 

 

 

 

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