Ponti romani: torna finalmente visitabile dopo un restauro il Ponte San Lorenzo di Padova, manufatto di grande valore ingegneristico, finito sottoterra con le sue tre stupende arcate ribassate, realizzate in pietra di Costozza e in trachite euganea. La parte superiore del manufatto, costruito tra il 40 e il 30 a.C., venne demolita nelle parti rimanenti negli anni Cinquanta, quando un piano urbanistico fortemente speculativo seppellì in una colata di cemento l’intero sistema interno dei corsi d’acqua padovani, alterando per sempre la natura fluviale del capoluogo euganeo, sua caratteristica dai primi insediamenti sull’ansa del Medoacus, a cominiciare dal X secolo a.C.
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Di questo scempio fece le spese il grande ponte, lungo originariamente oltre 50 metri, che con i secoli si era ridotto a un’arcata visibile, con le altre sotto gli edifici, per via delle trasformazioni idrografiche nella città medievale e moderna. Il colpo di grazia definitivo quando lo scempio urbanistico passò come un bulldozer sulla storia della città, privandola di gran parte delle sue vie d’acqua, sul modello della cancellazione dei Navigli milanesi nei due decenni precedenti. Solo che erano, appunto, passati molti anni dalla devastazioine milanese, e qualche strumento urbanistico e storico in più era a disposizione degli urbanisti e degli amministratori di Padova.
Ora, dopo molti anni di chiusura, il sottopassaggio sotto via San Francesco torna visitabile, almeno in alcuni giorni. Il Comune di Padova fa sapere che è stato messo in opera “un sistema di chiusura a sollevamento idraulico che a riposo impedisce l’accesso all’area ipogea dove sono visibile finalmente tutte e tre le arcate del ponte grazie anche ad un sapiente impianto di illuminazione e un lucernario che dove possibile sfrutta la luce solare”.


Il ponte sarà visitabile a cominciare da questa primavera (2022). Tre associazioni si occuperanno di gestire le aperture: FAI, Salvalarte e Arcadia. Si potrà prenotare attraverso le pagine web delle associazioni stesse
“Si tratta di uno dei più importanti segni della Padova – dice l’assessore alla Cultura Andrea Colasio – romana presenti in città per di più a pochi metri dalla Tomba di Antenore. Insomma con i suoi oltre 2000 anni è davvero uno dei simboli identitari di Padova, e della sua storia millenaria e ci è parso doveroso fare in modo non solo di preservarne la struttura, ma anche di renderlo visitabile a padovani e turisti”
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