martedì 6 Giugno 2023

I muretti a secco del Mediterraneo. L’archeologia dei paesaggi sui Monti Lucretili conferma la giusta scelta dell’UNESCO come “patrimonio immateriale dell’umanità”

In Evidenza

Il Monti Lucretili Landscape Project si occupa dello studio del paesaggio di un’area a nord-est di Roma con molta storia ma non colpita dall’antropizzazione totalizzante di altre aree attorno alla capitale. Oltre che luogo ideale per comprendere le attività dell’uomo tra antichità e medioevo, tra pastorizia e agricoltura di montagna fino al XX secolo, è anche un osservatorio per comprendere quella che è l’arte dei muretti a secco, che l’UNESCO considera ora patrimonio immateriale dell’umanità.

GUARDA IL VIDEO, con il racconto della professoressa Emeri Farinetti di Roma Tre:

È quell’arte che, secondo quanto riporta la stessa UNESCO,  “riguarda il saper fare costruzioni in pietra accatastando le pietre una sopra l’altra senza usare altri materiali se non, a volte, la terra secca“. Si tratta di un’arte che unisce il Mediterraneo almeno quanto la cultura dell’ulivo, ancora più ampia di quella della vite, altro elemento tipico del mare che mette in relazione tre continenti. È infatti un elemento transazionale che riguarda ben otto paesi: Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Italia, Slovenia, Spagna e Svizzera. Il fatto che ci sia la Svizzera non deve stupire. Come sosteneva Fernand Braudel, le Alpi fanno parte sotto molti aspetti del Mediterraneo stesso, e i muretti a secco lì hanno funzioni molto simili a quelle che si ritrovano in Sicilia o su un’isola delle Cicladi.

“I muretti a secco – proseguono le motivazioni dell’ UNESCO –  utilizzati per l’allevamento, l’agricoltura o come abitazioni e diffusi in molte aree rurali, soprattutto nei terreni scoscesi, hanno modellato molti paesaggi testimoniando metodi e pratiche usati sin dalla preistoria per organizzare gli spazi dove vivere e lavorare ottimizzando le risorse locali naturali. I muretti a secco, la cui stabilità è assicurata dall’attenta selezione delle pietre e dal loro preciso posizionamento, rivestono un ruolo primario nella prevenzione di frane, alluvioni e valanghe e nella lotta contro l’erosione e la desertificazione, allo stesso tempo rafforzano la biodiversità e creano adeguate microcondizioni climatiche per l’agricotura. Essi riflettono un rapporto equilibrato con l’ambiente e la relazione armoniosa tra l’uomo e la natura”.

Il loro studio rientra a tutti gli effetti anche nel progetto di archeologia dei Paesaggi dell’Università di Roma Tre

SCHEDA Monti Lucretili Landcape Project

Dipartimento di Studi Umanistici – Università degli Studi di Roma Tre
Direzione scientifica: prof. Riccardo Santangeli Valenzani, prof.ssa Emeri Farinetti
Direzione sul campo: dott.ssa Martina Bernardi
Collaborazione del Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili
Attività su concessione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la Provincia di Rieti
Con il patrocinio di: Comune di Monteflavio, Pro Loco di Monteflavio, Comune di Licenza, Comune di Roccagiovine, Comune di San Polo dei Cavalieri

PER SAPERNE DI PIÙ SUL PROGETTO DI ARCHEOLOGIA DEL PAESAGGIO AI MONTI LUCRETILI:

Il segreto di Montefalco, il castello “diventato paesaggio” alle porte di Roma. Il progetto di landscape archaeology sui Monti Lucretili

 

Altri articoli

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

News