martedì 19 Marzo 2024

L’arte militare dei Romani in Hispania. Individuato campo di addestramento delle legioni di León

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Una scoperta che si rivela straordinaria per lo studio dell’esercito Romano: un grande complesso militare è il primo del suo genere ad essere infatti documentato nella Hispania romana. Nelle vicinanze della strada che portava ad Asturica Augusta (Astorga), i romani infatti stabilirono un campo di addestramento per le nuove reclute per imparare a costruire accampamenti (castra aestiva), che sarebbero poi stati essenziali per la loro sopravvivenza durante le operazioni belliche. I resti di questi campi di addestramento sono stati indagati nello studio “El conjunto de campamentos romanos para prácticas de Trobajo del Camino (San Andrés de Rabanedo) y Oteruelo de la Valdoncina (León)”, condotto da un team di archeologi, Ángel Morillo, Brais X. Currás, Almudena Orejas e Agostino Nobilini, dell’Università Complutense di Madrid e del CSIC (Consejo Superior de Investigación Cíentifica). La ricerca ha permesso l’individuazione di 18 di questi campi di addestramento nei pressi dell’attuale città di León, sorta proprio da un campo stabile, della Legio VI Victrix, poco prima della fine del I secolo a.C.

Posizione dei 18 accampamenti romani al Trobajo del Camino (León). Sulla destra, il sito occupato dalla Legio VI ‘Victrix’ (Universidad Complutense di Madrid)

L’intero territorio ispanico venne pacificato con la vittoria di Roma nelle Guerre Cantabriche (29-19 a.C.), dopo due secoli di lotte onnipresenti. Non ci fu però tregua per i legionari, che continuarono ad addestrarsi prima di un eventuale trasferimento verso altre frontiere dell’Impero dove il dominio romano doveva ancora essere pienamente consolidato. Questo era il caso delle truppe di stanza a Legio, la capitale militare del nord-ovest della Penisola iberica, fondata sul sito dell’attuale città di León. Un campo stabile di enormi dimensioni dove i soldati non solo venivano istruiti nelle tattiche d’assedio e nella formazione per le battaglie campali, ma anche nella costruzione di strutture difensive.

Il soldato in pace si esercita, senza un nemico davanti a sé, alza la palizzata e si affatica con lavori superflui per potersi bastare del lavoro necessario. Chi non volete vedere tremare in azione, esercitatelo prima dell’azione” (Seneca, Ad Luc. 18, 11).

Sia l’esercito in campi stabili che l’esercito in manovra (ambulatio) avevano tra i loro compiti quello di addestrarsi. I testi antichi indicano che era importante poter adattare le proporzioni degli accampamenti alle dimensioni delle unità militari, e adattarle alle diverse situazioni (accampamenti di marcia o da campo, accampamenti di guardia, accampamenti fissi o stabili). In ogni caso, il lavoro di allestimento di un campo veniva sempre svolto, indipendentemente dalla sua funzione, dividendo le centurie (unità di 80 uomini) in gruppi di otto legionari (contubernium), che venivano assegnati a un settore specifico delle difese. Il lavoro di costruzione era coordinato dal cosiddetto praefectus castrorum, mentre i campi doctores insegnavano ai soldati come orientare correttamente i recinti che stavano costruendo, sempre “con una profonda razionalizzazione del lavoro e un marcato pragmatismo”, secondo gli autori dello studio.

(qui il link al comunicato dell’università sulla ricerca, in lingua spagnola)

Una decina di anni fa, durante la raccolta di informazioni dei comuni vicini al capoluogo di León, fu scoperto un possibile recinto militare nel Trobajo del Camino, nel comune di San Andrés de Rabanedo. La sua posizione ha portato la squadra di Morillo e Orejas a estendere la ricerca nella zona circostante, a Oteruelo de la Valdoncina, a tre chilometri da Trobajo e nel comune di León. L’impiego delle tecniche di telerilevamento e foto aeree comparative ha consentito l’individuazione di 18 possibili recinti militari. Si trovano a quattro chilometri in linea retta dal luogo dove si stabilirono la Legio VI Victrix e, più tardi, la Legio VII Gemina, in quello che oggi è il centro urbano di León. La ricerca di quest’anno è stata sostenuta dalla Junta de Castilla y León e ha utilizzato tecniche come la tomografia e il georadar 3D. Quasi tutti i confini del campo appaiono come piani quadrangolari con angoli arrotondati ed eretti su una piattaforma, una terrazza di origine quaternaria sulla riva destra del fiume Bernesga. Le dimensioni dei campi rilevati variano molto, da tre a mezzo ettaro. Le loro proporzioni sono molto stabili: 3:2 e 4:3, e solo una è quadrata. Le loro superfici sono perfettamente livellate, con pendenze tra l’1% e il 3%.

Un altro dei recinti trovati a San Andrés de Rabanedo (Universidad Complutense di Madrid)

 

Dei 18 recinti identificati, sette sono completi: in tre casi è possibile ricostruire la loro intera estensione dai segmenti rilevati e in otto casi i loro contorni sono parziali. L’incompletezza della maggior parte dei campi di addestramento potrebbe essere dovuta al successivo uso agricolo del terreno o al fatto che corrispondono solo alla realizzazione di pratiche incentrate sull’orientamento e la costruzione parziale dei perimetri – conclude lo studio.

La cronologia del complesso, per il momento, è alquanto difficile da stabilire. Senza uno scavo è molto difficile dare una conferma. Sappiamo però che il complesso è chiaramente legato all’accampamento di León, quindi deve essere datato tra il I e il III secolo d.C. L’archeologia romana è molto tipologica: si costruisce con forme molto stabilite e formule architettoniche perfettamente definite. Per questo abbiamo l’enorme vantaggio di poter identificare il modello – dicono gli archeologi.

Da questa scoperta emergono anche indizi su quello che accadeva nel territorio intorno a Legio e sul controllo dell’esercito in queste zone, che appaiono come una sorta di “serbatoio” di uomini per reclutare un numero cospicuo di legionari. Un fenomeno di felice integrazione in cui- come afferma Morillo – gli stessi indigeni conquistati e romanizzati trovano nell’esercito una forma di promozione sociale, dove imparano il mestiere delle armi”.

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