Le scoperte archeologiche più importanti del 2021, secondo la rivista Archaeology dell’Archaeological Institute of America (Aia), sono puntualmente uscite. Come sempre si tratta per forza di cose di una scelta, e come tale rappresenta un punto di vista che ne lascia fuori molti altri. In particolare conviene ricordare che, essendo l’Aia un’istituzione di oltreoceano, la visione è fortemente influenzata dai dibattiti accademici e socio-politici più “sensibili” negli USA. In particolare si potrà notare la ridotta presenza dell’archeologia classica in questa “top 10”, a favore di un approccio sempre più globale. Sembra, questa, una vera e propria scelta programmatica, dove anche in Europa l’archeologia classica stenta a farsi strada. Un esempio sono le scelte dell’European Association of Archaeologist (EAA), dove il peso dei classicisti è relativo.
Ecco in dettaglio quali sono le scelte dell’Aia su Archaeology Magazine (link dell’articolo in inglese in fondo)
Le scoperte archeologiche del 2021
1. La cosiddetta “Lost Golden City” nel deserto egiziano. Uno scavo con il “sigillo” scientifico e mediatico di Zahi Hawass una città, soprannominata Rise of Aten, vicino a Luxor. Nella dichiarazione, che è stata condivisa sulle pagine social del Ministero della Cultura egiziano, si aggiunge che questa è “la più grande città mai trovata in Egitto“, fondata da uno dei più importanti sovrani d’Egitto del Nuovo Regno, Amenhotep III, che governò dal 1391 al 1353 a.C. Qui l’articolo di ArchaeoReporter riguardante l’annuncio della scoperta (link)
2. Il “Primo artista del Mondo” a Quesang, in Tibet (Repubblica Popolare Cinese). Dichiarazione impegnativa per l’importante scoperta di impronte di mani lasciate intenzionalmente da due bambini, probabilmente dei Neandertal tra i 226.000 e i 169.000 anni fa (Link ad Archaeology)
3. La Grotta di Contrebandiers, in Marocco, con 62 frammenti di osso adatti alla lavorazione della pelle, stimati dal Max Planck Institute for the Science of Human History tra i 120.000 e i 90.000 anni fa, tra le più antiche attestazioni delle complesse procedure per ottenere vestiti e protezioni in cuoio
4. I “Primi Americani” a White Sands, in New Mexico. le nuove datazioni attestano che gli esseri umani abitavano l’america settentrionale circa 23.000 anni fa. (link)
5. Le più antiche attestazioni di arte raffigurante animali (cammelli ed asini) dell’Arabia settentrionale. Metà del VI millennio a.C., circa 5.000 anni prima di quelle già attestate in letteratura. Come noterete la classifica è tutta una corsa al “più antico” (link)
6. Una Mappa dell’Età del Bronzo, da Leuhan, Francia. Si tratta di una scoperta dovuta allo studio di reperti scavati nel 1900 in Bretagna, datati tra il 1900 e il 1600 a.C., e pertinente a una tomba. Una lastra di scisto graffita è stata riconosciuta come interessante dal team di ricercatori diretti da Clément Nicolas dell’università di Bournemouth. Anche qui “la più antica mappa di un territorio riconoscibile in Europa…”, tanto per non cambiare la caccia al “più antico” di qualsiasi cosa. (link)
7. Il cippo pomeriale ancora infisso nell’area del Mausoleo di Augusto, a Roma. Ecco l’unica scoperta (importante) italiana e di archeologia classica in “classifica”. Qui il link al nostro articolo su ArchaeoReporter
8. Datazioni sui Vichinghi in Nord America, nuovi studi a L’Anse aux Meadows, Newfoundland, Canada. Radiocarbonio e dendrocronogia parlano di una data di poco posteriore al 1021.
9. La fossa comune dei Crociati a Sidone (Libano), probabilmente in conseguenza di uno scontro del 1253. Si conferma l’importanza della “conflict archaeology”. (link)
10. La targhetta in rame identificativa di uno schiavo, ritrovamento datato 1853 a Charleston nel Sud Carolina. L’evidente importanza sociale, anche contingente, è chiara. (link)
Qui l’articolo di Archaeology Magazine
QUI LE DIECI SCOPERTE DEL 2020 E DELL’ULTIMO DECENNIO, SEMPRE SECONDO “ARCHAEOLOGY”
Le dieci scoperte archeologiche del 2020 e del decennio. Secondo “Archaeology” – Con i links