sabato 20 Aprile 2024

Opere d’arte e beni culturali rubati nelle Marche: i carabinieri TPC di Ancona ne recuperano 3.767 (oltre 3.000 quelli archeologici)

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“Nel 2020, i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Ancona (TPC), hanno proseguito nelle attività tese al recupero dei beni culturali illecitamente sottratti” – si riporta qui integralmente il loro comunicato con il video

– “L’azione operativa, grazie alla preziosa collaborazione dell’Arma Territoriale, con le Stazioni capillarmente presenti sul territorio, nonché di altri reparti dell’Arma quali Nuclei Elicotteri e Carabinieri subacquei , si è estrinsecata attraverso attività preventive e repressive. Fondamentale strumento di supporto e di analisi per le attività svolte è la Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, la più grande banca dati di opere d’arte da ricercare al mondo.

In diminuzione seppur di poco i furti di beni d’arte sia in musei , luoghi espositivi pubblici o privati, luoghi di culto, archivi e biblioteche e luoghi di privati. Infatti nel 2019 nel territorio di competenza del Nucleo di Ancona si erano registrati 16 furti mentre nel 2020 15. Tale risultato è il frutto dell’intensa collaborazione instaurata dai Carabinieri con vari soggetti deputati alla salvaguardia e custodia dei beni culturali , tra questi possiamo ricordare: i funzionari delle soprintendenze la cui collaborazione già attiva si è ulteriormente saldata, formando, secondo le rispettive attribuzioni e competenze , un unico fronte di protezione a favore dei beni culturali; i responsabili delle strutture museali, archivi e biblioteche, dove a seguito delle verifiche da parte dei Carabinieri sono stati innalzati i livelli di sicurezza ; i responsabili degli uffici beni culturali delle Diocesi con i quali si sono istaurati frequenti contatti e specifici incontri a cui hanno preso parte i parroci e il personale incaricato della gestione dei beni culturali ecclesiastici; i sindaci delle città e dei piccoli borghi marchigiani e abruzzesi coi i quali si è istaurato un frequente e positivo dialogo. In ultimo e non per importanza si sottolinea il ruolo fondamentale di molti cittadini che hanno fornito ai Carabinieri un prezioso supporto soprattutto in fase preventiva.

ATTIVITÀ REPRESSIVA
Le attività di contrasto poste in essere dal Nucleo TPC di Ancona hanno consentito il recupero di 3767 beni antiquariali, archivistici, librari e archeologici, di pregevole fattura, per un valore stimato di euro 2.882.900

– Persone denunciate a piede libero: 155 di cui 20 per reati in danno del paesaggio;
– Beni recuperati:
• beni antiquariali, archivistici e librari: 603;
reperti archeologici: 3.131 di cui 1473 interi e 1388 frammenti;
• reperti paleontologici: 42;
• opere d’arte contemporanea contraffate: 6 sequestri.

Tra le attività repressive condotte si ricorda:

Ancona: a seguito di una complessa e prolungata attività investigativa veniva individuata in un giardino privato una scultura in marmo di travertino delle dimensioni di cm 153 X 139, raffigurante “aquila imperiale” attribuita allo scultore Mentore Maltoni (Ancona 1894- Ancona 1956) , che faceva parte del complesso monumentale in onore dell’imperatore Traiano inaugurato nel 1934 in questo viale XX settembre. Subito dopo il secondo conflitto mondiale la scultura ritrovata, che insieme a una sua gemella costituivano la cornice scenografica del monumento, vennero disperse e di fatto oggi nel sito esiste solo la statua dell’imperatore. L’intenza attività di ricerca portata avanti da questo Nucleo che si è avvalso di storici e giornalisti locali , ( l’architetto Massimo Di Matteo e il giornalista Giampaolo Milzi), ha consentito di generare una copiosa documentazione che riconduceva senza ombra di dubbio il bene al monumento, anche mediante confronto fotografico effettuato dal personale tecnico del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica della Questura di Ancona. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona – PM dott. Rosario Lioniello – concordando pienamente con le risultanze investigative prodotte dai Carabinieri del Nucleo TPC di Ancona emetteva decreto di sequestro della scultura. Il bene che ha un peso di oltre quattro quintali dopo la messa in sicurezza da parte dei funzionari restauratori della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ancona, è stata prelevata con l’ausilio dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Ancona . La stessa è stata affidata in giudiziale custodia al Comune di Ancona e collocata nella civica pinacoteca.

Ascoli Piceno: Nel corso del controllo di un mercatino dell’antiquariato venivano notati in vendita degli antichi volumi che riportavano delle classificazioni bibliotecarie e dei timbri che risultavano cancellati. Le investigazioni hanno consentito di accertare che il venditore era in possesso di nr. 45 volumi datati tra il 1646 e il 1719, provenienti dalla biblioteca del Convento di San Bernardino di Rimini , soppressa negli anni 80 dello scorso secolo e il cui patrimonio librario è confluito nell’archivio di Stato di Rimini. Verosimilmente in questo periodo i libri sono stati sottratti. Da ulteriori accertamenti è emerso che il venditore aveva ricevuto i libri da un soggetto ascolano che a sua volta li aveva ereditati da un congiunto che era deceduto. A seguito delle risultanze investigative la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ascoli Piceno ha emesso decreto di sequestro dei beni.

Pesaro: a seguito di attività investigativa veniva accertato che una statua lignea policroma datata 1690 raffigurante San Pietro Di Alcantara attribuita a Paolo Ghirlanda, era presente nella chiesa Santa Maria Nuova di Fano (PU) , e risultava di proprietà del comune di Fano. Nel 1981 la scultura venne spostata senza alcuna autorizzazione in un convento di Mombaroccio (PU) e successivamente presso il Museo dei Cappuccini di Falconara Marittima. Gli accertamenti sviluppati da questo Nucleo in collaborazione con la Compagnia Carabinieri di Fano hanno consentito di accertare che tutti gli spostamenti non furono mai comunicati alla soprintendenza e pertanto la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro ha emesso un decreto di sequestro della scultura che successivamente è stata restituita al legittimo proprietario il comune di Fano.

Macerata:-A seguito del monitoraggio dei siti internet specializzati nella vendita di beni culturali è stato individuato un soggetto di Cingoli (MC) che poneva in vendita un torso che ad un primo e speditivo controllo sembrava potesse essere ricondotto ad un reperto archeologico. Successivi accertamenti eseguiti in collaborazione con le stazioni Carabinieri di Cingoli (MC) e Montecarotto (AN) , consentivano di appurare che lo stesso era una parte della cd “Fontana del Tritone” realizzata alla fine del 1800 dallo scultore Jesino Raffaele Pirani , posizionata e inaugurata nel 1901 nella piazza XX settembre di Montecarotto. A tale risultanza si è arrivati grazie allo studio effettuato dalla Funzionaria Archeologa della soprintendenza di Ancona Dottoressa Ilaria Venanzoni, la quale interpolando le notizie storiche, le testimonianze acquisite dai Carabinieri e ricerche di archivio ha accertato senza alcun dubbio che il torso era parte della fontana. Detta opera fu presente a Montecarotto fino al 1927, successivamente fu smontata e i pezzi custoditi in dei locali comunali, ove ancora alcuni sono presenti, mentre altri furono verosimilmente trafugati in data con conosciuta ma molto probabilmente prossima a quella di dismissione della fontana. Il detentore del torso collaborativo con la PG ha affermato di averli recuperati a seguito della demolizione di una abitazione nella zona di Jesi circa 40 anni fa, dove insieme al torso aveva recuperato altri pezzi della fontana che non sapeva provenire da Montecarotto. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata concordando pienamente con le risultanze investigative emerse ha disposto il sequestro dei beni che costituiscono gran parte della struttura che ornava la fontana.

Fermo: A seguito del controllo del mercatino dell’antiquariato di Porto San Giorgio (FM) i militari del Nucleo TPC di Ancona unitamente ai colleghi della locale stazione Carabinieri, rinvenivano sul banco di vendita di un espositore nr. 16 beni di natura archeologica. Gli stessi venivano nell’immediatezza sequestrati in quanto il detentore non forniva alcuna certificazione circa la lecita provenienza dei medesimi. Successivi accertamenti tecnici condotti dalla Funzionaria Archeologica Paola Mazzieri della Soprintendenza ABAP di Ancona, permettevano di accertare che i reperti erano di origine precolombiana e la funzionaria li collocava come provenienti dal Messico. Tesi confermata pienamente dalle autorità di quel paese che a seguito del controllo hanno concordato con lo studio della Mazzieri e pertanto hanno richiesto la restituzione dei beni al loro paese. L’attività investigativa è stata coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Fermo che ha disposto che i beni fossero riconsegnati all’Ambasciatore del Messico in Italia”.

(Fonte: comunicato stampa dei Carabinieri TPC di Ancona)

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