venerdì 29 Marzo 2024

La mano ricomposta del Colosso di Costantino ai musei Capitolini, un dito arriva dal Louvre

In Evidenza

Ai Musei Capitolini di Roma è esposto il Colosso di Costantino, o meglio le parti della gigantesca statua in bronzo dell’imperatore sfuggite ai rivolgimenti della storia. Dal mese di aprile 2021 l’importante effige dell’imperatore è un po’ meno frammentaria,almeno per quanto ruguarda la punta di un dito: infatti una mano del Colosso è ora ricomposta con il frammento del dito, ossia le due falangi superiori di un indice, provenienti dal Museo del Louvre, “grazie alla generosa disponibilità” del suo direttore Jean-Luc Martinez, scrive un comunicato del comune di Roma. La collocazione, naturalmente, è prestigiosa, visto che si trova all’Esedra del Marco Aurelio insieme agli altri bronzi donati al Popolo Romano da papa Sisto IV nel 1471, mentre in precedenza i pellegrini li avrebbero potuti vedere in Laterano.

Resti del Colosso di Costantino ©Musei Capitolini, foto di Zeno Colantoni

Le collezioni capitoline, nei fatti, ebbero inizio 550 anni fa, a seguito della donazione sistina. Ma come finirono a Parigi quelle falangi in bronzo? Nel 1860, 10 anni prima dell’ingresso del Regno d’Italia a Roma, presero la strada della Francia molti pezzi della collezione del marchese Giampietro Campana, tra cui questo frammento riconosciuto recentemente come tale.

In anni recenti è stato possibile riconoscere la pertinenza del frammento a una delle sculture più iconiche dell’antichità romana, il colosso in bronzo di Costantino, di cui restano ai Musei Capitolini la testa, la mano sinistra, con lacune in corrispondenza del dito indice, del medio, dell’anulare e del palmo, e una sfera un tempo sorretta dalla mano. La conferma dell’eccezionale scoperta è venuta nel maggio del 2018 grazie a una prova effettuata a Roma con un modello 3D del frammento parigino, operazione coordinata da Françoise Gaultier e da Claudio Parisi Presicce” (comunicato dei musei Capitolini)

Il comunicato riassume efficacemente la storia del particolarissimo reperto: “La prima descrizione dei frammenti del colosso bronzeo di Costantino risale alla metà del XII secolo, quando questi si trovavano ancora in Laterano. La maestosità dei resti, in cui per lungo tempo si è voluto riconoscere il colosso del Sole eretto un tempo accanto all’anfiteatro flavio, denominato Colosseo per assimilazione con esso, e la preziosità del materiale sono menzionati in numerose cronache e descrizioni medioevali e quattrocentesche. La mano con il globo (integra) e la testa, ciascuna collocata su un capitello, sono riconoscibili in un disegno attribuito a Feliciano Felice del 1465, in cui campeggia, al centro, la statua equestre del Marco Aurelio, anche questa, fino al 1538, in Laterano. Con il trasferimento in Campidoglio nel 1471, la testa colossale trova la sua sistemazione sotto i portici del Palazzo dei Conservatori. L’ultima attestazione dell’integrità della mano è documentata da fonti databili entro la fine degli anni Trenta del Cinquecento. Testimonianze grafiche, di poco successive, mostrano la mano colossale separata dalla sfera e con l’indice già privo delle due falangi superiori. Il frammento oggi al Louvre, dunque, potrebbe essere entrato nel circuito del mercato antiquario romano già in questa fase molto precoce“.

FORSE PUÒ INTERESSARE ANCHE:

Anfiteatro di Volterra, la “caccia” alle fonti storiche

Altri articoli

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

News