giovedì 28 Marzo 2024

Le molestie nel mondo dell’archeologia. La proposta di prevenzione in sei punti in uno studio dell’Università di Stanford

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Il mondo dell’archeologia, come molti altri settori scientifici, è fondato sul lavoro di squadra in campo e in laboratorio. Un lavoro in cui la comune dedizione per la ricerca e la passione per la riscoperta del passato conducono verso l’instaurarsi di legami profondi, forgiati attraverso le lunghe ore di scavo ed analisi. Una disciplina che- citando Andrea Carandini – “mi ha portato a scavare nel passato sepolto per dargli altra vita e così ho trovato la via d’uscita dalle tenebre, mettendo in luce la vita trascorsa”. Tuttavia, oltre a quest’aspetto di genuina scientificità, si palesa anche l’altra faccia della medaglia, quella delle crude provocazioni, dei colpi verbali, delle molestie, che troppo spesso gli archeologi sono costretti a subire per non perdere l’accesso alla formazione, al lavoro e alle opportunità di ricerca. Un recente articolo di Barbara L. Voss dell’Università di Stanford presenta i risultati emersi da uno studio condotto dal 2018 e le modalità in cui l’intervento della sanità pubblica può rivelarsi chiave nella prevenzione delle molestie.

Lo studio ha dimostrato che le molestie in archeologia si verificano secondo schemi prevedibili. Gli archeologi, in particolare quelli all’inizio della carriera, sono più frequentemente vittime di altri archeologi, di solito membri del loro stesso team di ricerca, mentre le donne archeologhe sono molestate per lo più da uomini e supervisori. Queste molestie però, oltre a colpire direttamente la persona presa di mira, danneggiano anche la scienza creando “a hostile environment – come spiega la professoressa Voss – that reduces the quality, integrity, and pace of the advancement of science by marginalizing individuals and communities and prevents the healthy exchange of ideas”.

L’analisi delle modalità delle molestie in archeologia, e il loro ampio impatto sociale, apre la strada verso l’intervento della sanità pubblica, concretizzato in sei punti:

  1. Accogliere le testimonianze delle persone vittime di molestie al fine di individuare i problemi specifici e le soluzioni da mettere in atto.
  2. Definire le molestie come cattiva condotta scientifica e professionale. Ogni società professionale, università, museo, istituto di ricerca ed editore dovrebbe dichiarare apertamente che le molestie verranno considerate alla stregua del plagio, della falsificazione dei dati o del traffico illegale di beni culturali.
  3. Create un numero di emergenza per denunciare le molestie e un fondo economico per sostenere le vittime.
  4. Richiedere codici di condotta con chiari meccanismi di applicazione per tutte le ricerche archeologiche e per i programmi educativi. Questo metodo sta dimostrando tutta la sua efficacia, riducendo notevolmente le molestie, nei progetti in campo.
  5. Cambiare le procedure organizzative per ridurre i potenziali abusi di potere da parte dei responsabili. Per i finanziamenti, i permessi, le assunzioni e altre decisioni importanti per la carriera, è indispensabile stabilire procedure aperte e trasparenti con il potere decisionale affidato a comitati o commissioni piuttosto che a singoli individui.
  6. Includere la formazione sulle abilità interpersonali come parte dell’educazione e del tutoraggio per l’archeologia e altre scienze basate sul lavoro di squadra. In questo modo, è possibile per tutti i membri della squadra intervenire in caso di molestie e usare i loro punti di forza caratteriali per costruire dinamiche di squadra sicure ed inclusive.

L’importanza di questo studio è duplice. Da un lato, si pone l’accento sul problema delle molestie, e sulla sua portata, in archeologia; dall’altro, propone soluzioni concrete e collaudate per cambiare radicalmente la rotta di questa situazione. Si profila, pertanto, indispensabile mettere in moto questo cambiamento per evitare che nessuno sia più costretto a subire molestie per fare il lavoro che ama.

Link all’articolo: https://www.cambridge.org/core/blog/2021/03/23/using-public-health-interventions-to-prevent-harassment-in-archaeology/

RIFERIMENTI / REFERENCES

Barbara L. Voss: Documenting Cultures of Harassment in Archaeology: A Review and Analysis of Quantitative and Qualitative Research Studies.

Barbara L. Voss: Disrupting Cultures of Harassment in Archaeology: Social-Environmental and Trauma-Informed Approaches to Disciplinary Transformation.

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