Al Santo di Padova, storia, tradizioni e leggende non è un libro come gli altri. È contemporaneamente un atto di amore di un coltissimo francescano conventuale, padre Giuliano Abram, e la ricerca fotografica di un professionista d’eccellenza dell’obiettivo, Giovanni De Sandre. Ma questo libro è ancora di più. Come le cupole della basilica del Santo, è un continuo innalzarsi e curvarsi per elevarsi di nuovo, offrendo nuovi scorci, nuove porzioni di orizzonte e antiche verità. Per fortuna non è “un libro fotografico”, al di là del suo centinaio di splendide immagini, e non è neppure un “libro illustrato”. Non è un “libro d’arte”, e non perchè realizzato in francescana brossura per non farlo pagare un capitale (49 euro) quando per un lavoro di questa qualità editoriale si sarebbe potuta mandare in stampa la solita edizione di lusso per gli scaffali di pochi. No, questo è un libro d’Arti, in senso medievale, quasi ad omaggiare gli otto secoli del Complesso Antoniano, che del medioevo e della sua trasformazione in rinascimento è una summa. La prima arte è quella editoriale e tipografica, che fonde armonicamente testo, immagini e grafica. Il simbolo stesso sono i capilettere, che uniscono come in un bestiario di un codice la foto e il carattere tipografico, un vero godimento per i bibliofili.

Poi c’è l’arte di De Sandre, che utilizza la macchina fotografica senza tradire il monumento, i tesori e lo spirito stesso della basilica. Non lo avrebbe fatto, perchè è anche architetto oltre che fotografo, e restituisce le proporzioni, il contesto e i dettagli senza stravolgerli con virtuosismi autoreferenziali. In questo si unisce in modo perfetto al testo di Padre Giuliano, chiaro nel messaggio, coltissimo senza nessuna posa intellettuale, lucente di una fede francescana dove l’uomo dialoga con il Cielo, in un rapporto allievo-maestro. Non troverete altre pagine più dense di queste per storia e per erudizione, legate ad un organismo vivo di arte e di fede come la basilica del Santo. Mediagraf, che è di fatto la corazzata editoriale dei frati della basilica, ha mobilitato il meglio delle sue capacità. Il miglior narratore, il fotografo più adatto, una squadra da applausi per il progetto grafico, la migliore presentazione possibile per la penna padovana di Francesco “Checco” Jori, e, come ricorda la nota editoriale, l’intero complesso organismo della basilica e delle sue dipendenze, dal delegato pontificio che sovrintende a tutto, al rettore, all’intera comunità frencescana, la Veneranda Arca e il centro studi Antoniani. Perchè, credeteci, si vede che questo lavoro arriva “da dentro”, con una gran voglia di unirsi al “fuori”.

La struttura del libro Al Santo di Padova
La struttura, in 400 pagine di grande formato, è in ventidue capitoli, più una preziosa appendice, questa sì un trionfo visivo sulla grande arte al Santo. Vi segnaliamo Le Navi Riciclate, splendido viaggio all’interno delle cupole, sostenute dal legno delle navi veneziane dismesse, Il Porto Fluviale, uno dei momenti in cui si racconta del fruttuoso rapporto tra l’acqua e la basilica, Una cassetta con tre serrature, dove si narra della difficile amministrazione dei conventi, Un gregge in biblioteca, nella vertigine del patrimonio librario…
Da ultimo, questo libro è un testamento. Padre Giuliano non l’ha visto in libreria, la sua scomparsa ha velato di tristezza le cupole del Santo. Ma che sia riuscito a finire un lavoro così complesso è un segno per i confratelli e un regalo per chi vorrà leggerlo.

Abbiamo recensito
P.Giuliano Abram, foto di Giovanni De Sandre (2020). Al Santo di Padova. Storia, tradizioni e leggende. Padova: Mediagraf Edizioni
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