venerdì 19 Aprile 2024

Ercolano, molto più che un nuovo logo: coinvolgere il pubblico nell’archeologia. Ecco le mostre e i cantieri

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Dopo il nuovo logo del Parco Archeologico di Ercolano, un “nodo di Ercole” riuscito ed elegante almeno quanto le giacche del suo attivissimo direttore Francesco Silano, il sito archeologico probabilmente meglio conservato della romanità si mette in gioco con la strategia a lungo termine per i prossimi anni. Naturalmente non sottovalutiamo l’impatto della nuova veste grafica (di Carmi e Ubertis) che si è voluto dare il parco archeologico, una necessità molto sentita per sottolineare l’unicità del sito rispetto anche alle altre aree vesuviane. Se infatti le caratteristiche di Ercolano sono ben note agli studiosi rispetto alla “sorella maggiore” Pompei (per dimensioni), il lungo lavoro delle direzioni che si sono succedute ha messo nel mirino la peculiarità e il valore dell’antica Herculaneum presso un pubblico più vasto, in parte già riuscendo nell’intento. Certo, nell’immaginario da cartolina Ercolano deve fronteggiare una situazione “logistica” ben diversa, letteralmente a contatto con la città moderna soprastante, a differenza del panorama immediatamente “pitttoresco” di Pompei. Il nuovo logo mette un sigillo visivo all’unicità di Ercolano. Funziona perchè è armonico ma non banale, perchè attraverso Ercole si lega al nome della città, perchè ha i sobri colori del “cantiere di scavo” in corso, quella terra e quei depositi vulcanici che hanno racchiuso questo scrigno di vita romana in modo così peculiare.

logo di Ercolano
Parco Archeologico di Ercolano, il nuovo logo

Si tratta in effetti, a distanza di oltre tre secoli dai primi scavi (1710), di un laboratorio archeologicosempre più attivo, in tutte le sfaccettature che la visione dell’archeologia del XXI secolo può permettere: le nuove frontiere dell’archeologia classica, ogni risvolto possibile della geoarcheologia, zooarcheologia, archeobotanica, genetica, studi sociali, paleopatologia, studi della vita quotidiana, delle relazioni spaziali in ambiente urbano, specializzazioni uniche come l’ebanisteria antica, possibili solo qui grazie allo straordinario stato di conservazione del legno architettonico, per gli arredi, per gli utensili quotidiani. Poi, come non sottolineare la papirologia, di fronte all’unica biblioteca dell’antichità giunta fino a noi, con la “chiave” tecnologica sempre da cercare e da riforgiare per leggere i frammenti racchiusi nel “forziere” rappresentato dai rotoli carbonizzati.

Il Parco Archeologico di Ercolano, quindi, si gioca le carte della ricerca, ma lo fa con una grande pulsione alla partecipazione del pubblico alla progressione della ricerca stessa, anche attraverso i cantieri di scavo aperti. Non ci saranno solo le mostre importanti già programmate, per “presentare i risultati” e tirare le somme di stagioni di ricerca scientifica, di catalogazione, conservazione e valorizzazione. Ma anche un coinvolgimento selezionato per legare l’Herculaneum romana al suo territorio contemporaneo e per diffonderne la conoscenza verso un pubblico più ampio, che arriverà al parco archeologico sempre più motivato.

Francesco Silano
Il direttore del Parco Archeologico di Ercolano Francesco Silano

Nella presentazione Silano ha espressamente parlato di un’offerta “giocata in un bilanciamento ed integrazione tra reale e virtuale e completamente orientata a potenziare la partecipazione, il coinvolgimento, l’interazione”. Le due grandi mostre saranno dedicate a L’ebanistica e l’arte dell’arredo ligneo e alla La civiltà del cibo ed i piaceri della tavola nell’antica Ercolano. Entrambe possono contare su ricerche scientifiche di prim’ordine nate dalle eccezionali testimonianze archeologiche che il sito ha conservato fino a noi. Evidenze che, con le innovazioni tecnologiche e scientifiche degli ultimi decenni portano agli studiosi una mole impressionante di dati da interpretare e a nuove approfondite conoscenze sui materiali e sui reperti organici e non. Poi le visite ai cantieri di restauro, le aperture serali, gli aperitivi (speriamo), le iniziative speciali. Che andranno di pari passo con l’attività scientifica, i seminari e le conferenze.

Herculaneum
Panoramica degli scavi di Ercolano (foto Parco Archeologico)

Il Parco Archeologico di Ercolano, che è un sito UNESCO, ha la fortuna di essere al centro di un efficace progetto di tutela e valorizzazione del Herculaneum Conservation Project e del Packard Humanities Institute. Sono altre due carte importanti che il grande sito può continuare a giocarsi nel suo futuro di organismo vivente dell’archeologia, della ricerca e del turismo più informato e attivo. Perchè il logo è un biglietto da visita, ma dietro sono necessari programmazione, visione e un po’ coraggio.

 

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