Imperium Romanum. Il titolo è suggestivo per una retrospettiva dedicata ad Alfred Seiland (1952) fotografo austriaco di fama internazionale, professore alla Stuttgarter Akademie der Bildenden Künste: Il titolo è doppiamente pertinente: perchè la mostra è nata nell’ambito del ritorno della Vittoria Alata di Brescia al Capitolium della città lombarda, fresca di impegnativo restauro e nel nuovo riuscito allestimento. Poi perchè Seiland con l’Impero di Roma, in tutto il bacino del Mediterraneo, ha un rapporto fotografico frutto di una pluridecennale ricerca: le vestigia romane si confrontano con il deserto, i turisti, le insegne pubblicitarie, le banalità consumistiche. Le sfidano, ci si adattano, si piegano aspettando resistenti tempi migliori. Seiland ne coglie la grandezza e, potremmo dire, l’indifferenza rispetto a un mondo tanto globale quanto sciatto. Lo sguardo del fotografo è, dicevamo, frutto di una ricerca che a Brescia e testimoniata da 136 immagini. Ricerca, si badi, e non “viaggio”, dove le testimonianze dell’Impero, o comunque dell’architettura classica, fanno quasi da quinta inscalfibile dal mondo che si muove, in una relazione diseguale turisti-rovine, contemporaneità-storia antica. Qualcosa di surreale, ma la presenza dell’uomo non è distaccata, qui c’è: se non visibile, almeno intuibile.

La mostra è a cura di Filippo Maggia e Francesca Morandini, promossa dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei e coprodotta con Skira. È scritto sulla presentazione della mostra: “Il Colosseo a Roma, le terme di Bath, il Pont du Gard in Provenza, ma anche rovine di siti meno noti al grande pubblico, o, ancora, edifici moderni che alludono all’antico in tutto il loro paradosso, come il set di Cinecittà o il Caesar Palace Hotel di Las Vegas o la presenza discreta dei resti archeologici nel tessuto urbanistico attuale. I monumenti dell’Impero romano, diffusi in Europa e lungo il bacino del Mediterraneo, costituiscono per i suoi abitanti un’abitudine visiva, per i turisti un feticcio, per le infrastrutture un ostacolo”.
Racconta Francesca Morandini: “Monumenti antichi e paesaggi mitici, testimoni di oltre due millenni di storia erosi lentamente da fenomeni politici, sociali e naturali – vengono riprodotti da Alfred Seiland come avrebbe fatto un pittore da cavalletto ottocentesco al seguito di missioni archeologiche in regioni remote.L’immagine che Seiland scatta è il momento finale di un percorso di ricerca, studio e conoscenza di luoghi il cui significato risiede nella storia, nelle vicende umane legate al sito, nella loro dimensione mitica e ne ferma la situazione attuale sospesa tra il “non più” e al contempo il “ma ancora”.

ALFRED SEILAND. IMPERIVM ROMANVM Fotografie 2005-2020
Brescia, ai Museo di Santa Giulia 26 marzo – 18 luglio 2021
Catalogi Skira
Vittoria Alata di Brescia, il ritorno di un capolavoro romano – VIDEO