giovedì 28 Marzo 2024

La Stonehenge “di seconda mano” dilaga sui media anglosassoni

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La “Stonhenge spostata”o, meglio ancora, la “Stonehenge di seconda mano“. In Gran Bretagna è la notizia archeologica (e non solo) del momento, la si trova nei tabloid più popolari, nei siti di “misteri” di ogni genere e nei media mainstream oltreoceano come il New York Times.

Ma per una volta non si tratta della solita campagna acchiappaclick a colpi di druidi e solstizi. La fonte, infatti, è più che è autorevole, visto parliamo di un articolo di Antiquity , Volume 95, Issue 379 (QUI IL LINK) e quindi nulla a che fare con fantasie di archeo-improvvisati. Il fatto che la Stonehenge che conosciamo possa essere stata spostata, trasportata da una sua collocazione originaria fino alla piana di Salisbury, è un’ipotesi suggerita dal ritrovamento di un circolo di pietre smantellato proprio a poca distanza dalle cave originarie della struttura nota in tutto il mondo, ossia le cave di “bluestone” nel Galles occidentale, Preseli Hills. Il sito si chiama Waun Mawn La datazione scientifica (optically stimulated luminescence, OSL, e radiocarbonio) stima il sito attorno al 3000 a.C., poco prima dell’iniziale costruzione di Stonhenge.

Stonhenge
La “Stoneheng di seconda mano” è dilagata sui media anglosassoni

Identico è il diametro e l’orientamento (verso il sorgere del sole del solstizio d’estate) delle fosse dove erano issati i monoliti. Questa interpretazione, dicono gli archeologi autori dell’articolo scientifico, è supportata anche da alcuni dati complementari – in partecolare analisi isotopiche – che ritengono probabile una migrazione di genti e di animali dal Galles proprio a Stonhenge. L’articolo, dicevamo ha scatenato un putiferio sui media e anche un notevole interesse tra gli specialisti. Il sito e lo studio attorno alla sua formazione continuano a far parlare, anche per via della recente scoperta di un’importante tomba nel corso dei lavori preliminari per la costruzione del contestatissimo tunnel che è destinato a passare a poche centinaia di metri dal circolo di pietre, ma nel pieno di un’area che dimostra sempre di essere ricca di ritrovamenti archeologici e di un contesto assolutamente unico di “landscape archaeology”..

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