I vetri antichi provenienti dall’area archeologca di Altino e conservati nell’attiguo museo nazionale rappresentano una testimonianza della vivacità della città, prima dei Veneti e poi romana, emporio vivace e importante terminale di flussi commerciali (e culturali) dell’Adriatico. Da qui passavano la via Annia, tra Adria e Aquileia, e le strade, terrestri e fluviali, verso l’interno del Veneto, a cominciare da Padova / Patava.
Gli antenati delle murrine
Sappiamo che la produzione di lana era celebrata anche dai poeti e dalla fonti antiche in genere, ma è evidente che anche il vetro, oltre che utilizzato e commerciato, dovesse essere parimenti prodotto in zona, anche se le testimonianze archeologiche dell’attività produttiva non sono ancora abbondanti, per lo meno nella misura che ci si aspetterebbe. Questo vale sia per la fusione a stampo, che per la soffiatura e la lavorazione a mano libera, più tarda. I ritrovamenti archeologici sono stati importanti, e il vetro doveva essere talmente radicato nelle case e nei commerci altinati che persino alcune urne, cosa ben rara, furono prodotte con questo materiale. Le vetrine del museo ospitano anche meravigliosi vetri che appaiono chiaramente come antenati delle murrine veneziane.
QUI IL REPORTAGE COMPLETO sul Museo nazionale e Area Archeologica di Altino.
Intervista a Marianna Bressan, direttrice del museo
Si ringrazia Museo nazionale e Area Archeologica di Altino
Direzione regionale Musei Veneto
Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo